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L'analisi

Difesa super, Cardella e Marvelli generosi. Spento La Rosa

Un'ampia analisi sulla finale di ritorno dell'Angelo Sale, con il Ladispoli di Pietro Bosco tornato in Serie D

11 Giugno 2018

Ladispoli (©Gazzetta Regionale)

Ladispoli (©Gazzetta Regionale)

Ladispoli (©Gazzetta Regionale)

Un’urlo strozzato in gola per più di un decennio e, lanciato a squarciagola nell’area rarefatta e torrida di un Angelo Sale gremito fino all’inverosimile. Il Ladispoli stacca il bigliettone valido la Serie D 2018/2019: dovrà attendere il ripescaggio ma, molto probabilmente anche i veneti del Villafranca Veronese, sconfitti si dai rossoblu tirrenici ma solo per la valenza duplice dei goal da trasferta, acquisiranno il diritto a giocare il prossimo campionato nazionale riservato ai dilettanti. È stata una partita tatticamente interpretata molto bene dalla compagine di Pietro Bosco: lo stesso non può dire, forse Alberto Facci che, ha regalato probabilmente un tempo, quello decisivo ossia il primo, ai padroni di casa. Bosco non ha sconfessato il suo credo calcistico nell’evento più importante della breve ma già strepitosa carriera da tecnico. Cardella ha agito da unico terminale ma De Fato non lo ha supportato come avrebbe dovuto e, il peso del reparto offensivo, oltre all’ex Boreale, è ricaduto tutto sulle spalle di un Marvelli generoso e di un Bertino troppo timido nel complesso in fase di inserimento seppur lucido in quella di possesso. A centrocampo è stato sensazionale il lavoro oscuro di Tollardo mentre La Rosa ha trovato una delle sue giornate peggiori e, il Ladispoli nel suo insieme, ne ha risentito moltissimo. La vera forza dei rossoblu è stata la difesa: Salvato, Gallitano, Leone e Mastrodonato sono stati semplicemente maestosi in ogni lettura favoriti, come detto, da un Tollardo super, bravo a creare una linea a 5 se necessario e, ad impedire al perno del Villafranca Elia, di spadroneggiare visto il pennello, al posto del piede sinistro di cui, madre natura lo ha dotato. Facci, come anticipato ha schierato i suoi con un azzardato 4-2-4: l’audacia da mostrare al numeroso pubblico del Sale era anche giusta, gli interpreti però sbagliati. L’esterno sinistro Guerrini ha combinato un disastro: suo il regalo da cui è scaturito l’angolo vincente Marvelli-Gallitano che ha dato il goal qualificazione al Ladispoli. Il tecnico veronese ha ridisegnato la sua squadra nella ripresa: con Menolli in mezzo, l’arretramento di Bortignon e l’inserimento in alto a sinistra di Martins il Villafranca è rinato. Gli amaranto blu hanno disputato un grande secondo tempo, trovando il pari con merito ma, negli ultimi 20 minuti hanno sbattuto contro i muscoli, il cuore e l’esperienza oltre che il talento della retroguardia rossoblu. Bosco, nel momento di maggior pressione degli scaligeri ha tolto dalla mischia i “leggeri” La Rosa, Bertino e Marvelli (infortunio) e, ha messo dentro due corrazzieri Andrea Sganga e Lupo più una freccia impazzita: Pagliuca. La ragnatele rossoblu si è così estesa e, per il Villafranca non c’è stato più nulla da fare. Citazione per un super Travaglini ma sopratutto per la coppia centrale Gallitano-Leone: il primo è un talento ormai definitivamente sbocciato (2 goal in finale addirittura nei 180 minuti, per un difensore del 1999 forse un record), il secondo è semplicemente il difensore più forte dal punto di vista del temperamento del Lazio.

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