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L'intervista

Mario Ciaccia: "Calcio, lavoro, famiglia: la mia vita è cambiata"

Il rilancio della città, la squadra, l'arrivo a breve del primogenito: il patron si racconta ai nostri microfoni

02 Agosto 2019

Mario Ciaccia, patron dell'Atletico Fiuggi

Mario Ciaccia, patron dell'Atletico Fiuggi

Mario Ciaccia, patron dell'Atletico Fiuggi

“Voglio vivere questa esperienza qui, a Fiuggi”. Mario Ciaccia non parla di calcio, o meglio, non solo. Dietro alla squadra che si trasferisce, c'è la voglia di dargli un'anima sportiva, che a sua volta rappresenti il punto di rilancio di un'intera città: “bellissima, con un potenziale incredibile. Il brand mondiale dell'acqua Fiuggi, il sito termale, il campo da golf, una capacità ricettiva unica...”. La numerosa partecipazione alla presentazione del 27 luglio ha rappresentato l'input che ha ridato al patron “la voglia di partecipare alla vita del club, di riportare quella spensieratezza nella quotidianità che solo lo sport sa dare”. Una quotidianità che riguarda la sua carriera imprenditoriale e la sua famiglia, piena di cambiamenti, di novità, dalla nascita della nuova compagnia a quella del suo primogenito insieme alla compagna Rachel Berthiaume.


Cosa l'ha spinta qui?

“Ho creduto molto nel territorio. Quando abbiamo lanciato il progetto Atletico Roma dieci anni fa, c'era la stampa e pochi amici, sabato scorso la sala del Comune per la presentazione dell'Atletico Fiuggi era strapiena, c'erano tifosi. Cosa che non è pensabile nella Capitale, dove evidentemente esistono solo due squadre: Lazio e Roma. La terza squadra non è contemplabile, abbiamo provato in tutti i modi. Ricordo la finale spareggio per la Serie B al Flaminio contro la Juve Stabia, i loro supporter erano tantissimi, noi una decina, sono rimasto molto deluso e ho ho deciso di staccarmi dal mondo del calcio...”


Come le è tornata la voglia?

“Sono a Fiuggi per partecipare al rilancio della città, così parlando con mio fratello Davide, che è un grande appassionato di calcio, è nata l'idea di portare la squadra qua, dove ho percepito vibrazioni diverse. Pochi giorni fa confidavo a mister Beppe Incocciati che il progetto mi sta piacendo, sento che più si avvicina la prima partita più sento l'adrenalina positiva che cresce, è piacevole, mi ha fatto riscoprire l'entusiasmo di partecipare alla vita del club. Anche mio fratello è molto felice, è una bella energia che riportiamo anche nella nostra azienda. Ogni tanto tra una riunione e l'altra parliamo del mercato, l'altro giorno abbiamo preso un giocatore brasiliano, fa piacere, un po' di divertimento! (sorride, ndr)”.


Nuovi sviluppi imprenditoriali?

“Non avevamo più voglia di portare avanti l'azienda di costruzioni, con circa mille dipendenti, così abbiamo deciso di metterci dall'altra parte della scrivania. Ci occupiamo di consulenza, il nostro ruolo, con uno dei termini inglesi che si usa molto in questo momento, è quello di “strategic advisor”. Operiamo esclusivamente in ambito privato, fornendo consulenze per SGR e fondi immobiliari.”


Che obiettivi ha?

“La forza dei comuni, degli enti pubblici, nella ricerca delle nuove risorse, è quella di appoggiarsi alle società di gestione del risparmio. L'idea è quella di creare fondi immobiliari che, in un'operazione congiunta con i comuni, possano generare nuove risorse per le istituzioni. È quello che serve oggi, l'Italia ha un patrimonio culturale importante che va mantenuto e valorizzato. Le SGR sono controllate in tutte le loro operazioni dalla Banca d'Italia, il ruolo dello strategic advisor consiste nel creare possibilità e nell'indirizzare i Comuni, gli enti pubblici a creare nuove opportunità”.


Mario Ciaccia in posa con la compagna incinta

Le piace di più ora la quotidianità?

“Si, sono molto soddisfatto, i risultati sono ottimi e non abbiamo più la responsabilità di una struttura aziendale molto pesante. Tra l'altro io sono sempre stato in “prima linea”: per qualsiasi necessità mi chiamavano gli operai, gli inquilini, chiunque, anche chi si ritrovava la caldaia rotta la domenica (sorride, ndr). La mia vita è cambiata, ho voglia di vivere questa esperienza a Fiuggi, che è bellissima, per rilanciarla come città, come sito termale, come brand”.


Un brand mondiale.

“Assolutamente, chi non conosce l'acqua Fiuggi. Noi abbiamo chiesto di poter accogliere come sponsor, a titolo completamente gratuito, il brand sulle nostre maglie da gioco. Anche la struttura delle terme è di primissimo livello ed è incredibilmente sottovalutata, ha un potenziale enorme come tutta la cittadina. C'è un campo da golf stupendo e presto verrà costruita anche una foresteria, senza dimenticare che ha una capacità ricettiva straordinaria, non a caso è stata scelta come sede delle ultime due edizioni del Torneo delle Regioni ospitate dal Lazio, con 74 Rappresentative che dormivano qui”.


La presentazione del club ha lasciato intendere che il potenziale c'è.

“Penso che si possa creare un movimento che dia nuova linfa alla città, per questo abbiamo deciso che i giocatori e lo staff vivano a Fiuggi, perché devono stare in contatto con il resto della collettività, devono essere riconosciuti. Era più facile avere base a Roma durante la settimana per poi andare a giocare a Fiuggi la domenica, ma così sarebbe stato solo un campo, invece no. Una squadra di calcio ha bisogno di un'identità, di un'anima e questa è l'unica possibilità di dargliela.”


A proposito di impianti, la struttura è notevole ma c'è da lavorare no?

“Si, c'è tanto da lavorare ma parliamo di dodici ettari dedicati allo sport. Il potenziale per dar vita a qualcosa di importante c'è tutto, il Comune ha presentato un progetto al Credito Sportivo e spero che vada a buon fine perché è davvero meritevole”.


Ritornando all'anima della squadra, alla guida ci sarà un fiuggino vero.

“Quando cammini per la strada con Beppe Incocciati, sembra come Maradona a Buenos Aires (ride, ndr). Lo salutano tutti, lo fermano tutti, in giro, nei bar, nei ristoranti, è un idolo qui.”


Sappiamo che ci saranno presto novità anche nella sua vita privata.

“Da nove anni la mia compagna è Rachel Berthiaume, una ex modella, una bellissima donna di Montreal che finalmente è rimasta incinta e mi farà diventare padre a fine settembre, a quasi cinquanta anni, un po' vecchio (scherza, ndr). Lei è giovane, ha trentacinque anni, mi dice sempre che ho aspettato tanto, però sono felice. Quando io sono a Roma e lei è a casa nostra a Montecarlo, ogni mattina le chiedo di inviarmi una foto del pancione. Un'emozione bellissima, abbiamo deciso di non sapere il sesso fino alla nascita, anche se entrambi preferiamo il maschietto”.


Potrà contare sull'esperienza di suo fratello.

“Si, lui ha un maschio e una femmina, infatti preferiamo il maschio perché sembra più facile da gestire. Senza contare che poi il papà è sempre geloso della figlia, proprio come mi insegna l'esperienza di mio fratello!”.

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