l'intervista
Ostiamare, Olivera: "Vogliamo sognare in grande"
Le parole del giocatore uruguaiano sull'ultimo match vinto contro il Ladispoli e sulle prossime partite da affrontare
Talento ne ha avuto sempre a dosi supersoniche: la Juventus lo prese dal Danubio e fu carriera stellare per colui che è soprannominato “El Pollo”. Alle cronache calcistiche il soggetto in questione è ascritto come Rubén Ariel Olivera da Rosa. Ex, come detto di Danubio, Juventus, Atletico Madrid, Sampdoria, Penarol, Genoa, Lecce, Fiorentina, Brescia, Latina, Quito, Aprilia ora, il classe 1983, è il fiore bianco viola che spicca all’Anco Marzio dove porta in alto, gli storici vessilli dell’Ostia Mare. “Mi diverto molto -racconta con armonia nella voce Olivera- alla mia età gli stimoli sono fondamentali e ad Ostia ho trovato l’ambiente ideale per continuare a vivere il calcio con entusiasmo”. Domenica ha deliziato il pubblico dell’Angelo Sale di Ladispoli con una punizione vincente o forse meglio dire con un carezza morbida a quella sfera di cuoio che ha sempre trattato con garbo. “Sto bene -prosegue il noto calciatore venuto alla luce a Montevideo- mi trovo a mio agio coi compagni, c’è feeling con mister Raffaele Scudieri, stima e rispetto con la dirigenza e la proprietà del club. L’Ostia Mare è una compagine che scende in campo per produrre un calcio possibilmente divertente e piacevole: siamo veramente un bel gruppo”. La vittoria ottenuta contro il coriaceo Ladispoli di Michele Zeoli, ha consentito ai romani di proseguire nell’inseguimento alla corazzata Turris che prosegue, senza intoppi, la propria regale marcia, verso la Lega Pro. “Battere il Ladispoli -analizza il centrocampista- non è stato affatto facile. I rossoblu sono una squadra organizzata oltre che affamata di punti. Siamo stati bravi ad avere pazienza e costanza nel cercare con fiducia la rete che poi ci ha permesso di portare a casa tre punti appunto sudati che ci danno ulteriore consapevolezza, proprio come squadra”. Tra i campani della Turris e l’Ostia Mare un gap di sette punti: chi è avanti ha dei margini di errore di cui poter disporre, chi insegue no. “Vorremmo colmarla -afferma il leader indiscusso dei lidensi- questa distanza con la Turris prima del match tra noi e loro. I partenopei ora hanno partite piuttosto toste prima di incontrare noi. Confidiamo nel fatto che il campionato di serie D è difficile, giocare ad esempio in Sardegna riserva sempre insidie particolari. Non ho mai disputato una partita sulla carta e poi in pratica semplice: il livello tecnico oltre che tattico, in generale, è molto buono. Noi, naturalmente, se vogliamo sognare in grande dobbiamo soltanto vincere”. L’infinita esperienza che lo ha visto attore di una carriera calcistica a dir poco fantastica, sono il giusto tributo per una persona, ad oggi ancora un grande uomo di sport, che si contraddistingue anche in questa piacevole intervista, per garbo, tatto e soprattutto umiltà. “Noi sudamericani -conclude Olivera- siamo persone che hanno conosciuto la sofferenza vera; è proprio per questo motivo che amiamo e respiriamo le cose semplici che offre la vita in maniera del tutto passionale. Cerco di essere per i miei compagni un sostegno laddove è necessario, sono a loro totale disposizione. Il calcio lo vivo in serie D con la stessa intensità emotiva di quando giocavo in serie A perché questo sport per me è ragione di vita da quando sono bambino”.