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l'intervista
28 Febbraio 2020
Sfanò in azione
Giocare per il Trastevere è un po’ come giocare per Roma. Club storico quello che ora incorona le gesta dei suoi atleti al centralissimo Trastevere Stadium: sodalizio che rappresenta un quartiere della Capitale che pulsa e vibra, di romanità pura. “Per me -racconta il forte difensore centrale del Trastevere Marco Sfanò- indossare la maglia del Trastevere è un vero onore: sono ormai 3 anni che milito per questa gloriosa società: ne vado fiero”. Parole al miele da parte di un calciatore di grande spessore tecnico naturalmente ma anche umano: tanta roba insomma, come si usa dire ora. "C’è un progetto serio e nobile al Trastevere. Siamo competitivi e ogni anno viviamo la serie D in copertina. Siamo consapevoli che vincere è difficile ma per noi essere protagonisti, è fondamentale: la mentalità tracciata dalla proprietà è questa”. L’anno scorso i capitolini interpretarono al massimo una stagione ricca di soddisfazioni. Quest’anno, ad oggi, è quarto posto nel girone G ma c’è ancora tanto da giocare. "Nella passata stagione abbiamo raggiunto equilibrio e compattezza sin da subito. Durante la stagione che stiamo vivendo, si è faticato un po’ di più a mantenere il trend che ho appena raccontato. Detto ciò sono due mesi e mezzo che non perdiamo". Anche Sfanò, come tutti i calciatori che si rispettano, ha un suo idolo personale che ricorda ancora, con gli occhi disincantati di un tenero bambino."Facevo il raccattapalle all’Olimpico poiché ero nelle giovanili della Lazio. Seguivo con ammirazione Alessandro Nesta”. L’ex stella della Lazio, ora tecnico al Frosinone, era un difensore arcigno ed elegante. "Senza dubbio un campione da cui ho rubato molto con gli occhi. Nell’era moderna mi piace come interpretano il ruolo, soprattutto in fase di impostazione, gli spagnoli Sergio Ramos del Real Madrid e Piquè del Barcelona”. Niente male insomma le idee calcistiche di un trentenne che ha fatto comunque anche il professionista e che è già padre di due bambini. "Ai miei figli cerco di insegnare il valore sacro dell’umiltà. Oggi i ragazzi condividono una storia sui social e si sentono invincibili oltre che speciali. Per emergere dalla vita bisogna essere innanzitutto semplici e veri nei principi. Io sono cresciuto col credo che senza sani sacrifici non si ottiene nulla di buono ed è così che vedo la vita". Che dire, parole colme di infinita saggezza. I concetti di Sfanò sono veramente un’oasi nel deserto. "Bisogna essere realisti e giusti. Io oggi gioco a calcio ma so che non durerà per sempre. Ho una famiglia e dei figli, a loro cerco di assicurare un presente ed un futuro roseo: ce la metto tutta come col mio Trastevere che spero un giorno di portare in Serie C: sarebbe fantastico" Sognare, a ragion veduta in questo caso, non costa veramente nulla.
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