L’INTERVISTA
Angelo Rinaldi, italiano in Cina: “Vi spiego il virus da qui”
Le parole del tecnico che per 25 anni ha allenato nel Lazio sull’emergenza COVID-19: ecco come la Cina si sta apprestando a sconfiggerlo...
Ha allenato per 25 anni in tante società come Urbetevere, Aurelio, Savio, Lazio, Città di Marino, Virtus Boccea, Racing Club, Atletico Grifone, TFA: stiamo parlando di Angelo Rinaldi, tecnico italiano emigrato da un anno in Cina, ci racconta la sua esperienza. Ha tantissimi bei ricordi dell’Italia, dovendone scegliere uno in particolare il derby vinto a Trigoria con accanto Paolo Pochesci. Gli disse solo una frase che ancora oggi porta stampata nella mente ad ogni gara: “Mancavano 10 minuti alla fine e vincevamo 3-0, volevo fare un cambio per cercare di arrotondare ancora di più il risultato ma lui mi disse di restare così perché a 10 minuti dalla fine in una situazione così non bisogna rischiare nulla. E’ una frase che non dimenticherò mai”. La società che porta nel cuore è la Lazio essendone anche grande tifoso. Sui ragazzi che ha allenato invece molti calcano palcoscenici importanti altri meno, ma la più grande soddisfazione ed orgoglio, anche grazie alle loro famiglie, è aver contribuito a farli diventare uomini veri con sani principi. Si è trasferito in Cina a marzo 2019 precisamente a Beijing con il timore di partire per un mondo sconosciuto con abitudini totalmente opposte ma la grande passione e voglia di misurarsi gli ha dato la spinta decisiva. Ha trovato persone competenti e strutture che non si trovano “nemmeno sui campi di serie A”. La societa' Qinghai Oulu International Football Club Co. Ltd ha preso la dirigenza che era a Beijing per sviluppare il calcio ed è diventato parte integrante della Società che, con grandi ambizioni, ha allestito una prima squadra affidandogli la serie D con l’obiettivo di arrivare in B in 4 anni. Abbiamo cercato di comprendere meglio le misure speciali che hanno portato al termine dell’emergenza COVID-19 in Cina tramite la sua testimonianza diretta.
Angelo Rinaldi, sappiamo che sei in Cina in questo delicato momento per tutti e che lì la situazione sta migliorando: come è stato possibile? Raccontaci la tua esperienza di vita vissuta negli ultimi mesi e quali sono stati i segreti che stanno portando al successo...
"Buonasera a tutta la redazione di Gazzetta Regionale ed a tutto il popolo italiano. Vi dico che tutto è stato possibile grazie al modo di pensare del popolo cinese. La differenza tra noi e loro è che noi ragioniamo sull’io, loro ragionano con il noi (danno più di quello che gli viene chiesto), il governo ha fatto la sua parte aiutando in tutto i cittadini. Costruire ospedali in 10 giorni non è da tutti. La mia vita negli ultimi mesi è stata tranquilla: ho vissuto il primo periodo dell'epidemia molto facilmente grazie alla loro stima verso il popolo italiano, non mi hanno mai fatto mancare nulla, hanno pensato a tutto loro per me e alla mia incolumità. Il loro affetto, sorriso e stima nei momenti difficili è stato meraviglioso. Quello che mi ha aiutato molto è stato vederli ed imparare da loro la grande forza di volontà nei momenti difficili sempre con il sorriso e mai con un attimo di scoramento”.
Quali sono le misure che si sono rivelate più efficaci per voi per debellare il coronavirus? Facci qualche esempio...
"Le misure che loro hanno adottato per questa epidemia sono state molto rigide dal primo minuto, in italia all’inizio non è stato così. Il popolo ha rispettato le regole, tutti e dico tutti insieme hanno lottato. Ti porto alcuni esempi oltre allo stato che ha fornito a tutti i cittadini servizi gratuiti (autostrade, viveri, termometri Laser, servizi pubblici, esonero pagamenti, distributori di mascherine gratuite giornalmente 1 al giorno a testa, medicinali gratuiti, tv che facevano corsi di ginnastica per chi era a casa visto che loro sono “drogati” di attività motoria a qualsiasi età). Il cinese mediamente dedica 2 ore al giorno all’attivita fisica anche grazie alle strutture che hanno in ogni angolo della città, hanno costruito ospedali modulari in 10 giorni, non so quale altra nazione ci riuscirebbe, ma tutto questo anche grazie al popolo che si è rimboccato le maniche. Il popolo si è sigillato in casa per 45 giorni con molta calma e tranquillità, chi faceva a turni alle entrate delle edifici per garantire che nessuno uscisse, chi scaricava medicinali o viveri, tutti erano muniti di mascherine e guanti fornite dal governo cinese. È stata molto dura considerando che al nord erano da 0 a -15 gradi e nevicava. La sera si mandavano messaggi di incoraggiamento dalle finestre che ce l’avrebbero fatta, le vite in casa erano passate facendo giochi e ginnastica comunicando agli altri tramite video quello che stavano facendo. Le scuole dopo la fine del capodanno cinese circa il 10 gennaio hanno iniziato per tutti le lezioni in via telematica in modo molto serie anche perché in Cina con l’istruzione non si scherza. Ora che l’epidemia è giunta al termine e possono uscire ancora più di prima rispettano le regole usando tutti guanti e mascherine rispettando in ogni luogo la distanza di sicurezza”.
Il tuo rientro dall’Italia in Cina ha portato controlli attentissimi nei tuoi confronti: sei stato seguito passo dopo passo ed è ancora così...
"Ora che sono tornato sto rispettando la quarantena, ho avuto il monitoraggio dal mio scalo con aereoporto super blindato, non mi hanno perso d’occhio un attimo oltre a tutte le viste che mi hanno fatto. Ora a casa ho tutto gratis, poliziotto e infermieri vengono a misurarmi la febbre tutti i giorni con tutte le precauzioni possibili non posso andare nemmeno sul pianerottolo, qui si fa vera prevenzione, tutto il condominio (7 grattacieli di 30 piani) sanno che io sono qui, ho dovuto ottenere anche la loro autorizzazione per tornare e se commetto un errore loro parlano, non perché sono spie ma perché ne va della loro incolumità”.
Credi che un giorno tornerai in Italia o hai trovato lì il tuo habitat naturale?
"Spero di rimanere in China il più possibile, calcisticamente è diventata la mia terra. Spiegare a voce questa Nazione è molto difficile, è tutto immenso bisogna viverla, basta pensare che ogni 500 mt c'è una scuola che ospita dai 3000 ai 5000 ragazzi elementari, medie, superiori tutte con campi di calcio ed altre strutture per fare attività sportive. Qui con me c'è anche Claudio Cappioli che allena i 2005 mi ha raggiunto in Cina a luglio, vorrei riuscire a portare anche amici/allenatori italiani che stimo, uno fra tutti bomber Vincenzo Onorato, già ci ho provato in diverse occasioni, spero che questo possa avverarsi. Vista la mia età chissà se una volta in Italia allenerò ancora. La Cina vuole fare i mondiali e sono certo che ci riuscirà, hanno mezzi e materiale umano per fare un mondiale da soli”.
Lancia un messaggio positivo da fuori per il nostro Paese...
"Sono sicuro che l'Italia uscirà presto da questa bufera, anche se abbiamo mille difetti nel bisogno il nostro orgoglio ci farà vincere questa dura battaglia. Basta essere uniti e mettere da parte chiacchiere e luoghi comuni, la colpa non può essere sempre degli altri. Vorrei usare una frase che si usa nel calcio “Indietreggiamo un po' per poi attaccare l'avversario". Forza Italia, uniti si vince!”.
Quanto è stato difficile vivere la quarantena, com’è il ritorno alla vita quotidiana e come si gestiscono i rapporti sociali in un momento come questo?
“Bella domanda, la quarantena si combatte facendo un bel training autogeno che così deve essere per continuare a vivere. Io ho fatto un programma giornaliero che devo rispettare altrimenti è la fine. Durante la mattina: 1. Mantenere gli stessi orari; 2. tv sempre accesa che tiene compagnia; 3. fare ginnastica un'ora la mattina altrimenti gambe, glutei e schiena dopo pochi giorni sono a pezzi visto che si sta sempre seduti o sdraiati; 4.faccende casalinghe 5. cucinare. Nel pomeriggio preparare sedute di allenamento e leggere/studiare calcio oltre a comunicare con i ragazzi anche con video su come procedono le loro sedute di allenamento che gli preparo settimanalmente. Devo ringraziare gli amici italiani che mi tengono compagnia uno in modo particolare Marco Girardi che mi tempesta di msg anche quando qui è notte di anche sulle vicende del calcio laziale. L'unico svantaggio che ho nei confronti degli italiani è che questa quarantena la passo in completa solitudine, loro a casa con i propri cari possono organizzare qualcosa. Il dopo sarà ancora più difficile, bisognerà come fanno qui in Cina, portare sempre guanti, mascherine, rispettare la distanza di 1 metro ed uscire il meno possibile non in gruppi. Purtroppo quello che sta accadendo nel mondo è peggio di una guerra, un mio amico mi ha comunicato che da oggi è tutto chiuso anche in Albania, questo è quello che deve capire il popolo italiano”.