L’INTERVISTA
Trastevere, il ds Mattiuzzo: “Il calcio sia da esempio”
Il commento sul campionato amaranto e sullo stop alle attività con un messaggio per medici ed infermieri
Il calcio è fermo come l’Italia intera più o meno del resto, ma nella mente del direttore sportivo, attualmente in forza al Trastevere Stefano Mattiuzzo, è grande la voglia di tornare al quotidiano che fino a poco tempo fa era.“Si -esordisce Mattiuzzo- i tesserati del Trastevere sono professionali e devono esserlo a maggior ragione di più in questo delicatissimo momento che sta attraversando il nostro paese. Ad ogni calciatore è stato assegnato un programma di allenamento da poter mettere in pratica, attuando tutte le misure di sicurezza emanate, con grande senso di responsabilità, dal governo”.Il calcio, inevitabilmente, si è uniformato al resto dell’Italia che la mattina, in condizioni di normalità, si alza per andare al lavoro.“Fermarci -dichiara il noto direttore sportivo romano- era inevitabile e sacrosanto. Ora dobbiamo essere tutti compatti, rispettare le direttive che sono pervenute a noi dagli organi competenti e augurarci che il prima possibile si possa tornare alla normalità”.Finire, in maniera lineare la stagione calcistica, dopo una situazione così surreale non sarà di certo facile.“Ovviamente -prosegue Mattiuzzo- ma l’annata va assolutamente portata a termine proprio per rispetto di ogni club che ha stabilito ad inizio anno dei programmi ed è giusto li porti dignitosamente a termine. Se per concludere l’annata occorrerà fare dei sacrifici anche durante l’estate, io dico ben vengano”.Il Trastevere prima della grave emergenza sanitaria che sta attanagliando l’Italia, era reduce nel girone G di serie D, da ben 11 risultati utili consecutivi.“Definisco la nostra stagione dignitosa al momento. Si poteva far meglio come sempre del resto: non ci dimentichiamo che negli ultimi anni il Trastevere è stato sempre protagonista. Siamo praticamente il terzo club per importanza nella Capitale dopo Roma e Lazio. Una realtà in ascesa in sostanza, vogliosa sempre di migliorare e crescere laddove si può”.Nei cordiali saluti finali, la sentita e sensibile vicinanza che Mattiuzzo esterna nei confronti dei medici e degli operatori sanitari italiani.“Esprimo il mio cordoglio per le vittime causate dal Coronavirus. Un pensiero sentito va a chi si ritrova a dover fare i conti direttamente con questa situazione di assoluta emergenza. Rivolgo un grande applauso di stima per i medici e per tutti coloro che lottano in prima linea per arginare un fenomeno che riguarda tutti noi”.La speranza, manco a dirlo, è tornare presto in campo.“Naturalmente -conclude Stefano Mattiuzzo- il calcio deve essere da esempio come mezzo per tornare poi a sorridere, a divertirci e a lanciare possibilmente degli insegnamenti ai più piccoli. Tornare ad esaltare i 90 minuti del campo dovrà essere la priorità da parte di tutti”.