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L’INTERVISTA
27 Marzo 2020
David Masciantonio, allenatore nelle giovanili del Toronto FC
Continuiamo il nostro viaggio nel Mondo attraverso le parole di ex allenatori e calciatori laziali che si trovano altrove. Abbiamo avuto il piacere di sentire Angelo Rinaldi dalla Cina, Lollo Amassoka dal Camerun, Nicolas Hernan Chiesa dall’Argentina ed ora sentiamo la situazione a Toronto, in Canada, grazie alla testimonianza diretta di David Masciantonio, ex calciatore classe 1981 che ha giocato in diversi club nel Lazio tra C2 e Serie D: Frosinone, Sora, Isola Liri, Monterotondo, Monterotondo Lupa, Lupa Frascati e Lupa Roma. “Anche noi dall‘altra parte del mondo siamo a casa - esordisce Masciantonio - e vi sono vicino con il cuore. In questo momento mi trovo a Toronto ed abbiamo la stessa emergenza, le misure restrittive sono molto simili a quelle dell’Italia, mi auguro che tutti seguano le norme di sicurezza affinché si riesca ad uscire fuori da questa situazione prima possibile”. Entriamo più nel dettaglio in merito all’emergenza Coronavirus vista dal Canada: “Toronto non è proprio bloccata come l’Italia, non c’è l’obbligo di restare a casa ma si vede grande senso civico qui. La gente ha capito che il problema è serio e di conseguenza esce poco. Chi fa attività rispetta le distanze di sicurezza, tutto ciò che resta aperto sono supermercati, farmacie e ristorazione per quanto riguarda il take-away. Per il resto è tutto fermo, l’aggiornamento dei contagi è molto più lento rispetto all’Europa perché comunque il Canada è un territorio molto esteso con metà degli abitanti dell’Italia, c’è meno concentrazione di abitanti e quindi teoricamente è più gestibile. Toronto comunque ha 6 milioni di abitanti, quindi sicuramente non poco con tutte le misure necessarie. Aspettiamo lo sviluppo del virus per capire quando poter tornare alla normalità”. Normalità che per David Masciantonio si chiama Toronto FC: “Alleno l’U12 nelle giovanili del Toronto FC, l’ex squadra di Sebastian Giovinco. Ormai è un anno e mezzo che sto qui, ho rinnovato il contratto a gennaio e mi piace tantissimo perché c’è un modo diverso di vivere il calcio. Sotto alcuni aspetti c’è molta più organizzazione ma non c’è la cultura che abbiamo noi in Italia e ci sono situazioni differenti. Lavorare con i giovani e con i ragazzi soprattutto in un Paese multietnico come il Canada è meraviglioso e davvero molto affascinante”. Da Toronto per ora è tutto.
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