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coronavirus
03 Aprile 2020
Cosimo Sibilia, presidente LND © Lega Nazionale Dilettanti
“Le previsioni possono essere smentite da un giorno all’altro, non so dire con certezza cosa accadrà e siamo stati i primi a fermare completamente l’attività. Vogliamo chiudere questa tragedia del coronavirus e portare a termine i campionati”. Sono le parole di Cosimo Sibilia rilasciate ieri in esclusiva a Sportitalia, durante la trasmissione serale condotta da Michele Criscitiello. Far ripartire il calcio, quando le condizioni igieniche sanitarie saranno idonee, per salvare il futuro di moltissimi club e calciatori che rappresentano la base del movimento italiano: “Non vogliamo mandare nessuno allo sbaraglio, prima dobbiamo chiudere questa tragedia, poi si ripartirà tutti insieme: dalla Serie A ai campionati regionali - ha continuato il presidente LND - Sono responsabile di 12000 società, oltre un milione di tesserati e rappresentiamo lo specchio del nostro paese: rischiamo di perdere il 30% del movimento, sarebbe un danno sociale non quantificabile e molti club non avrebbero la possibilità di sopravvivere”. La volontà di far ripartire il pallone è tanta e l’ipotetica data che aleggiava ieri è il 17 maggio: “C’è una valutazione approssimativa, ora dobbiamo rispettare le regole affinché tutto questo passi quanto prima. Se dovessimo ripartire a metà maggio chiuderemo i campionati entro fine giugno, in Serie D giocando tre volte a settimana e osservando tutte le cautele del caso. Se ci saranno le condizioni ci si potrà allenare quanto prima, ma dobbiamo aspettare i fatti e capire cosa accadrà dopo il 14 Aprile, quando scadrà il nuovo provvedimento del governo. Noi siamo pronti a metterci a tavolino, raggiungeremo il risultato: quando e se ci saranno le condizioni sanitarie, abbiamo tutti l’obbligo di chiudere la stagione”. La possibilità che non si riesca a tornare in campo con il conseguente annullamento dell'anno sportivo è comunque ancora vivissima, c’è lo scetticismo di alcuni esponenti della comunità scientifica e anche qualche società si è apertamente opposta ad una ripresa delle attività: “Se non ci sarà la possibilità se ne discuterà, sono valutazioni che spettano al governo. Così come dovremo valutare gli incentivi per i collaboratori sportivi e decidere se estenderlo anche per i calciatori, perché se non c’è prestazione come fanno i club a riconoscerla? Per la LND è un momento complicato, le istituzioni devono starci vicini, magari i dilettanti potrebbe usufruire anche della legge Melandri, staremo a vedere. Aspettiamo le determinazioni governative, ma da soli non ce la possiamo fare”.
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