L’INTERVISTA
Samuele Spano: "Ronaldinho, la D e l’Aprilia Racing"
L’attaccante sardo si racconta affrontando varie tematiche dalla stagione in corso al prossimo futuro del mondo dei dilettanti
Bomber di professione ma di fatto, ora, rinchiuso come tutti quanti gli sportivi dentro le famigerate quattro mura domestiche. Samuele Spano è la punta di diamante dell'Aprilia Racing Club, compagine che milita nel campionato nazionale dilettanti, ed è inclusa nel girone G. ''Vivo la pandemia con grande consapevolezza: l'emergenza sanitaria è di portata mondiale e per me è veramente dura. Sono sportivo dalla nascita e credo che la sofferenza di non poter stare in campo, agli allenamenti, come la Domenica, pesa veramente tantissimo. Sin da subito ho capito la portata del problema e direi che è stato facile fare una previsione drastica, circa l'imminente futuro: non ci sono i presupposti per concludere la stagione, secondo il mio modesto parere''. Samuele rompe il ghiaccio in maniera diretta: del resto anche nel calcio, a soli 25 anni, è un attaccante di razza che bada al sodo e va dritto alla meta, pardon, alla rete. "Prima dello stop forzato l'Aprilia si era resa protagonista di una buona stagione. In corso d'opera abbiamo rallentato, perdere un pezzo come Olivera non è stato affatto facile da metabolizzare, la sua esperienza e la classe di cui dispone, per noi ragazzi del gruppo, era un vero toccasana in termini di fiducia complessiva e sicurezza. Ad ogni modo siamo andati avanti con umiltà e ci siamo tolti le nostre soddisfazioni anche se, il campionato, si è rilevato veramente ostico e ben livellato''. Calciatore, come detto avvezzo, a bucare le porte avversarie, il gallurese Spano è cresciuto in maniera atipica rispetto a molti dei suoi coetanei. "Non ho mai tifato realmente per nessuna squadra professionistica. Da bambino mi piaceva il Milan e come calciatore non ho seguito mai un modello ma se devo indicare un profilo dico il brasiliano Ronaldinho perchè ha interpretato il ruolo di seconda punta o trequartista in maniera a dir poco raffinata e sublime''. Ai giovani, il calciatore sardo, non sente di estendere consigli particolari per una crescita salutare nel mondo del pallone, se non uno. "Mai mollare dico ai ragazzi. Io ero poco più che un adolescente quando soffiavo la maglia da titolare a gente esperta e magari più quotati di me. Ogni atleta ha caratteristiche proprie che lo definiscono ma se non molli mai e credi sempre in te stesso, sei già un pezzo avanti''. Le considerazioni finali ed un'analisi, figlia dell'emergenza Covid 19, sono d'obbligo.''Noi calciatori dilettanti siamo in un limbo. Questa tragedia ha cambiato tutto della mia vita, mi auguro che il sistema capisca quanto siamo in difficoltà adesso. Auspico un futuro roseo ma al momento faccio un appello alle istituzioni e a chi comanda affinché regni presto la chiarezza. Anche noi atleti abbiamo il diritto di vivere serenamente e per farlo, ci occorrono certezze: viviamo di un semplice stipendio, non siamo milionari né tantomeno miliardari, per cui, occorre rispetto e attenzione verso una categoria ad oggi, molto, forse troppo, penalizzata''.