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L’INTERVISTA
31 Luglio 2020
Fabio Sossai nella sua precedente esperienza ad Aprilia
Torna dove aveva lasciato incompiuta la sua missione: portare in alto il biancoceleste dell’Aprilia. Fabio Sossai, difensore classe 1994, nella vita comune contribuisce a mandare avanti l’azienda di famiglia: una falegnameria.
“Sono falegname - scherza sorridente in avvio Fabio - sia fuori che dentro il campo”. Chiara è, l’allusione ad una tipologia di calcio, che vede il possente centrale non disdegnare il gioco così detto tosto, se occorre. “Sicuramente non sono un atleta che tira indietro la gamba. Cerco sempre di essere corretto e leale ma ho un certo temperamento sul terreno di gioco derivante dalla passione che ho per lo sport: uno sport che amo da sempre”.
Sossai non è cresciuto col mito del calciatore professionista né tanto meno con quello del campione, da emulare.
“Decisamente no, io preferisco osservare i miei compagni di squadra, quelli più esperti e magari più bravi del sottoscritto, nella vita c’è sempre da imparare: sin dalla tenera età ho pensato fosse giusto rubare con l’occhio da chi ne sa più di me”. Atteggiamento estremamente umile e caparbietà, definiscono questo ragazzo che rappresenta uno dei primi rinforzi importanti attraverso il quale patron Pezone ha dato ulteriore lustro alla gloriosa piazza e ai suoi tifosi. “Col presidente c’è stima reciproca e la consapevolezza, da parte mia, di poter disputare una buona stagione, magari di livello, con una maglia che ormai sento molto mia”. In effetti, Fabio, ha nel suo DNA calcistico l’Aprilia: la serie D l’ha vissuta lontano da lì solo ad Albano Laziale. “Vado fiero del breve ma intenso percorso vissuto tra le file dell’Albalonga: eravamo in ascesa, ed il Coronavirus, ci ha impedito, a mio avviso, di completare al meglio un’annata senza dubbio positiva”. La vita del calciatore di serie D non è una passeggiata: Fabio poi, come detto, si muove tra lavoro e calcio.
“Nella nostra categoria, ci si allena e ci si prepara al match ufficiale con la stessa cura che dispensano i professionisti per cui le rinunce ed i sacrifici sono veramente tanti”. Ma se hai testa e forza di volontà sono sforzi che generano soddisfazioni.
“Sicuramente -conclude il nuovo acquisto dell’Aprilia- perché giocare a calcio è bellissimo e poterlo fare a certi livelli lo è ancora di più: l’importante è rimanere sempre coi piedi per terra e fare le cose col giusto sentimento oltre che con onestà intellettuale nello sport, come nella vita”.
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