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L'intervista

A tutto Tassi: "L'Under, i retroscena delle mie parate, il portiere moderno. Vi spiego"

L'intervista al capitano del Montespaccato, il vincitore dell'ultimo sondaggio social di Serie D

03 Novembre 2022

Tassi

Riccardo Tassi (Foto ©Conti/Vamos S. Production)

Riccardo Tassi è il vincitore dell'ultimo sondaggio social di Serie D. Un ulteriore riconoscimento per il portiere e capitano del Montespaccato ormai avvezzo a questo tipo di vittorie, oltre ovviamente a quelle sul campo. Ecco la sua intervista.

La tua continuità sta pagando anche sui social. Che effetto ti fa risultare spesso il vincitore?

"Mi fa molto piacere essere finito nel corso degli anni in questi sondaggi grazie alla costanza del mio rendimento. E' sempre una bella soddisfazione".

Grazie al tuo rendimento non stai risentendo della regola degli Under...

"E' una regola che incide tanto soprattutto nel ruolo del portiere. Ho tantissimi colleghi che purtroppo sono senza squadra e non per demeriti calcistici ma per queste regole che tagliano un pò le gambe a noi Over. Io ho la fortuna di aver trovato una realtà in cui sono apprezzato e che mi dà la possibilità di giocare. Per questo ringrazio sempre tutti".

Entrando nella prestazione specifica contro il Livorno, raccontaci le tue parate.

"Ho fatto un paio di buoni interventi. Ad essere sincero, con il preparatore Mario Fantauzzi avevamo svolto un lavoro proprio sulle parate indietro a scavalcarci come se ce lo sentissimo che potesse capitare una situazione del genere. Non diamo mai niente al caso e spesso e volentieri il lavoro settimanale viene ripagato. Facciamo della nostra settimana la preparazione di quello che può essere la domenica lavorando su tutti gli aspetti. Onestamente, poi, sono un grande fan della tecnica del portiere, che purtroppo non viene più insegnata come una volta. Io ho avuto la fortuna di avere dei preparatori bravi sin da bambino".

Continui a seguire un big in particolare? Hai un modello di riferimento?

"In passato mi piaceva molto Julio Cesar o comunque portieri che fanno bene le cose. Ad oggi non c'è una persona in cui mi rispecchio o mi ispiro anche perché onestamente non penso di potermi paragonare a certi livelli".

C'è una parata ed una partita alle quali sei affezionato?

"Quella più emozionante e in un momento difficile è stata quella con la Sangiovannese nell'annata con mister Ferazzoli. Una parata veramente bella. Come partita, sempre guardando al recente passato, ce ne sono diverse. Ad esempio quella ad Arezzo in cui anche se non abbiamo vinto ho disputato una prestazione molto importante, o quest'ultima con il Livorno. Forse la più bella è quella di Arezzo per la prestazione ed il contesto in cui è venuta. La reputo come la miglior partita dell'anno scorso".

Soprattutto in questi ultimi anni il ruolo del portiere è cambiato. Oggi si privilegia soprattutto la costruzione dal basso. Ti ci ritrovi?

"Con assoluta franchezza ti dico che non mi ci ritrovo per niente. Al portiere gli viene dato un carico di responsabilità laddove la riuscita di un'uscita di testa fuori dall'area, o un passaggio filtrante tra le linee, non è mai paragonabile tra l'errore e la riuscita. Se io faccio questo tipo di giocata non viene apprezzata quanto invece viene additato l'errore. Secondo me è una forzatura inutile soprattutto nelle categorie più basse, magari anche per il solo fatto di seguire una moda. La differenza in un portiere, per come lo vedo io, al 90% la fa la tecnica. In più ci può essere la bravura con i piedi ma secondo me dev'essere secondario. Nel mio caso cerco sempre di adattarmi a quello che mi viene richiesto, naturalmente rimanendo fedele ai miei ideali e al mio modo di interpretare il ruolo del portiere". 

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