Le 5 verità di Cynthialbalonga-Flaminia: Sartor indomabile, Marchi è immortale

I direttori d’orchestra portano sempre con sé un fascino difficilmente eguagliabile. Lo charme, la capacità di guidare un intero gruppo è quasi maestosa in certi tratti, al pari delle idee di un regista, sia che si trovi seduto su una sedia all’interno, sia che calamiti ogni pallone dal centrocampo. La partita di Michele Pisanu domenica è stata una manifestazione esemplare di quello che dovrebbe fare il mediano, in maniera eccelsa, alzando i ritmi al tempo giusto, accarezzando la sfera come un genitore fa con il proprio figlio. Coadiuvato dallo splendido lavoro delle mezz’ali Manca e Di Cairano, il numero 4 ha gestito completamente la manovra della gara, risultando pure bravo in interdizione, senza mai perdere il passo. Non era facile, visto lo spessore dei rivali in quelle posizioni, ma come anticipato nulla riesce da soli, serve sempre l’aiuto della squadra. Quello arrivato dagli altri due centrocampisti sopra citati, in grado di comporre un terzetto esemplare, difficilmente arginabile da chiunque. Di Cairano è stata l’autentica spina nel fianco per gli ospiti, a tratti invisibile, ma pesantissimo in tutte le decisioni, recuperando, sgasando, facendosi trovare al punto giusto, fino a buttare in rete lo splendido assist di Maccari. Al contempo invece Manca ha danzato sul pallone, sfoggiando un’intesa quasi innata con Cappai, grazie alla quale la fascia mancina è stata completamente dominata dai castellani. Un flusso quasi non frenabile, irresistibile per le difese avversarie, la vera arma letale da sfruttare su un campionato così lungo. Perché alla fine la qualità primeggia sempre, non ti abbandona mai quando serve, essendo unica, tanto rara da apprezzarne continuamente la bellezza.

In foto Manca (© De Cesaris)