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La testa conta più dei piedi. Scognamiglio è il difensore ideale per Maurizi

Federico Meuti

L'ossessione batte il talento. Un frase che si sente praticamente sempre nel mondo dello sport, poco conta il contesto, anche perché il concetto è veritiero come pochi. Saper andare oltre i propri limiti, affrontarli, con la voglia piena di migliorare. Diversi Campioni ci hanno dimostrato come questa sia la strada da seguire, il giusto punto di partenza di una maratona pronta a darti immense soddisfazioni. Qui non siamo a quei livelli, però la mentalità alla radice è identica, in tutti sensi, da quello più pratico, passando allo stato mentale che ti permette di fare il salto di qualità. Dopo un andamento un po' ondivago, il Roma City sembra aver trovato la chiave di volta, infilando una striscia interessante di cinque risultati utili consecutivi, tra cui tre vittorie raccolte proprio nei "derby" con le altre laziali.

Cambiare la tendenza. Ostiamare e Roma City: il fattore comune è la discontinuità

Biancoviola ed arancioblu per ora hanno fatto vedere ottime cose, ma, dato il valore delle rose, i risultati son stati un po' altalenanti

Dopo i successi ai danni di Real Monterotondo e Sora, l'ultima a cadere è stata la Tivoli, alla prima uscita insieme a Mirko Granieri in panchina. Il poker imposto dai ragazzi di Agenore Maurizi ha fatto volare gli arancioblu a ridosso della zona playoff, grazie ad un incrocio di risultati nelle zone nobili che sicuramente ha rimesso in corsa il club del patron Doino. A spiccare in particolar modo però è stato Mattia Scognamiglio, difensore che il tecnico già conosce molto bene dopo l'esperienza dell'anno passato ad Artena. Anche oggi però il classe 2000 è un tassello irremovibile dallo scacchiere tattico, dimostrando ancora una volta che la testa vale più dei piedi. Letteralmente, visto che i suoi due stacchi aerei sono valsi il vantaggio e il nuovo sorpasso ai tiburtini, riuscendo in entrambi i casi a svincolarsi da una marcatura asfissiante dei difensori, schiacciando verso la porta un pallone destinato a gonfiare la rete. Il doppio timbro difatti rischia di divenire il suo marchio di fabbrica, considerando anche l'altro blitz piazzato contro il Termoli. Di certo però la differenza non l'ha fatta solo sulle palle alte, bensì anche nel pensiero, interpretando alla perfezione il ruolo in una partita potenzialmente spinosa. Lui che di solito fa il braccetto della difesa a tre, marcando fisso a uomo l'attaccante, è scalato nel ruolo di centrale, sostituendo alla perfezione Codromaz nella gestione del reparto. Dettando il ritmo dei suoi, capendo i tempi con cui muoversi, e scambiandosi all'occorrenza con Capece in fase di ripartenza avversaria, in modo da poter andare subito a prendere gli avanti amaranto blu. Un atteggiamento tipico del giocatore vicino alla maturità completa, ben conscio della sua importanza tattica in mezzo alla linee, tanto da spostare tutti i fili in modo preciso ed ordinato. Il suo inizio di stagione per ora è stato quasi inappuntabile, e i sogni di gloria del Roma City passano proprio da uno spirito del genere. Quello vincente, che ti porta ovunque, magari proprio a partire da domenica nel big match con l'Avezzano.

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