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La formazione biancoviola dovrà alzare parecchio i giri per ottenere le salvezza, nonostante le belle idee di Piccareta debbano esser ancor ben assimilate dal gruppo
28 Novembre 2023
Di Vico della Boreale (Foto ©Cassoni)
C’è tanto da lavorare, ma veramente tanto, in un contesto che non ti dà troppo per respirare, richiedendo sempre il massimo delle attenzioni. Il passaggio da Eccellenza a Serie D è senza ombra di dubbio uno dei più difficili da gestire nel mondo del calcio italiano, vista un’organizzazione diversa, l’incontro con piazze storiche che si ritrovano a far la figura di nobili decadute. Un palcoscenico che proprio per questo assume ancor più bellezza, ancora più importanza, dandoti la voglia di affermarti dove prima non sei mai stato. Quando vivi l’Interregionale da neopromossa – e soprattutto da esordiente nella categoria - difatti lo sforzo richiesto assume i connotati di una maratona infinita, dove magari non ci sono curve insormontabile, ma il fattore chiave è gestire la lunghezza, la distanza, facendosi trovare pronti chilometro dopo chilometro. Un compito complesso, soprattutto quando bisogna modellare un gruppo pieno di novità. Una rosa da far diventare squadra, puntando sia sul piano calcistico che su quello mentale. Dopo la separazione con mister Granieri, al Don Orione è arrivato Fabrizio Piccareta, le cui idee hanno fatto scuola nella giovanili della Roma. Per quanto un allenatore possa esser bravo però, nulla si ottiene subito, perché ci vuole tempo in modo da assemblare ogni cosa. Beh la speranza per la Boreale è che la clessidra non acceleri improvvisamente il suo flusso, altrimenti gli scenari non saranno mai troppo sorridenti.
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Servirà tanto lavoro ai capitolini, che hanno mostrato diverse delle loro lacune nella sfida di ieri alla Nuova Florida, non entrando quasi mai - se non per una ventina di minuti ad inizio ripresa - nella gara. Nonostante i biancorossi abbiano offerto una prestazione veramente ineccepibile, son tante le domande da porsi per una compagine che, all’atto pratico, è riuscita solo a costruire il palo stampato da Perroni. Troppo poco, di fronte ad una proposta valida, forte e costante degli ardeatini, che hanno legittimato a pieni voti il successo. Per costituire il puzzle sono necessari ancora tanti pezzi a Piccareta, che ha visto il suo attacco quasi mai pericoloso, senza guizzi o idee che aprissero i varchi della difesa ospite. La partita è stata persa nettamente a centrocampo, anche se la gioventù in cabina di regina deve ancora farsi i muscoli a questi livelli, ed è normale che il voltaggio si alzi magari nel girone di ritorno.
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L’impressione forte rimasta però è di una squadra in difficoltà, le cui fiammate giungano maggiormente per inerzia rispetto ad altro. Ribadiamo, servirà attendere, e anche tanto lavoro, perché ad oggi quello che si vede non promette bene, ma adesso è il tempo della crescita. Gli effetti della nuova cura in panchina arriveranno, perché il cambio di passo appare fondamentale, se non imprescindibile, per evitare di rendere oscuro il proprio cammino.
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