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l'intervista
24 Luglio 2025
Ze Maria: ha salvato l'Olbia nell'ultimo campionato
Le sfide "impossibili" ed il lavoro sulla tecnica
Una carriera da giramondo, ti piacciono le sfide... "Ho la fortuna di parlare diverse lingue e questo mi facilita parecchio e quindi quando ho ricevuto delle chiamate ritenute interessanti ho sempre scelto di provarci, indipendentemente dal nome del club. In Romania al Ceahlăul ho allenato una squadra di una piccola realtà ma sono riuscito a far andare ben quattro giocatori in Under 21. Sono stato poi in Kenya (Gor Mahia) ed ho vinto il campionato e la Supercoppa, prima di trasferirmi in Albania (Tirana) dove ho avuto tante soddisfazioni. Dopo la retrocessione siamo tornati in A con 15 punti di scarto sulla seconda e poi anche in quel caso abbiamo vinto la Supercoppa".
Per chi non ti conoscesse, che tecnico è Zé Maria? "Un tecnico che cerca sempre di adattare i giocatori nella posizione in cui possano rendere al meglio e dare il massimo. Questo è ciò che mi ha contraddistinto in questi anni in tutti i paesi in cui ho allenato. Non sono mai stato un allenatore esigente con le proprietà, ho sempre cercato di tirar fuori il meglio dai calciatori che ho avuto".
Hai avuto modo di allenare diversi giovani, c'è davvero la penuria tecnica di cui tanto si parla? In Brasile la tecnica è praticamente tutto "Credo che non sia poi solo colpa di chi gioca, ma gli allenatori non curano più l'aspetto tecnico, cosa che io invece faccio sempre inserendo delle sessioni nei miei allenamenti per far migliorare un giocatore. Grande e giovane che sia. E se alcuni possono sembrare scarsi è perché alle loro spalle c'è un po' di pigrizia sia nel settore giovanile che anche nelle prime squadre. Cruijff diceva che se vince l'allenatore non vincono i giocatori e questo lo vediamo spesso. Se un allenatore del settore giovanile punta soltanto a vincere il campionato non lavora sulla formazione. Ma, ripeto, questo vale su tutti i livelli. Ad Olbia ho allenato due ragazzi come Lorenzo De Grazia e Pasquale Costanzo che sono passati da 2 a 10 gol in stagione, giocando come esterni offensivi, ma durante tutta la stagione hanno imparato a lavorare bene nelle due fasi. Con due esterni che segnano così tanto ed un centravanti da 20 gol il lavoro è praticamente fatto (ride, ndr). Sono contento, quindi, di quel che ho fatto".
E adesso? "Adesso aspetto la chiamata giusta. Non sono mai stato presuntuoso e so che la concorrenza è tanta e molto forte. Ho sempre preso società in difficoltà quindi non mi spaventa nulla, forse ho proprio una predisposizione a raddrizzare ciò che non va. Non ho pretese, ma posso dire che ho voglia di vincere e crescere ancora".
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