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L'Intervista
06 Aprile 2016
Claudio Dolente
Sta per iniziare un periodo molto particolare ed interessante per il Ladispoli. Dopo una stagione di alti e bassi, iniziata con il piede sbagliato, la formazione lidense ha visto transitare sulla propria panchina ben tre allenatori: cominciando con Elio Damato a cui è seguito Luciano Falappa, per arrivare infine al più recente Claudio Dolente che, in compagnia del figlio Gianluca, hanno preso per mano i classe 2002 in questi sgoccioli di stagione. L'obiettivo? Provarci, cercare di agguantare quella che sarebbe una salvezza miracolosa. Il Ladispoli non è più ultimo in classifica: grazie a due vittorie, preziose come acqua nel deserto, rimediate con DLF Civitavecchia per 2-1 (esordio dei Dolente in panchina) e con il Massimina per 0-1, la squadra è riuscita a risalire la china portandosi a meno due dalla zona verde. “Si tratta di una squadra che purtroppo è partita piuttosto male, ma ora le cose stanno migliorando: è difficile ma possiamo farcela” dichiara Claudio Dolente, che continua: “Questo gruppo inizialmente mancava sotto l'aspetto della mentalità, le varie sconfitte ne avevano minato l'autostima: una caratteristica necessaria per far bene e vincere. Già con il DLF Civitavecchia l'impressione, però, è stata diversa, abbiamo giocato un partita accorta ed aggressiva, si è rivisto il pressing. Con il Massimina è andato mio figlio (Gianluca Dolente, ndr) che mi ha riferito la bontà della prestazione. Stiamo migliorando, ora stanno emergendo anche delle individualità che prima non si riscontravano.” Uno dei problemi, fin da inizio stagione del Ladispoli, è
sempre stata la fase offensiva e l'inquadratura dello specchio di porta. Una situazione sottolineata anche dai precedenti tecnici: “Si tratta di un'età complessa, dove i ragazzi rispecchiano il carattere e la determinazione del proprio allenatore. Prima, è vero, era una squadra che arrivava poco in zona tiro e anche in quel caso, faticava a concretizzare. Ma io ho visto anche nella disastrosa sconfitta con l'Accademia Calcio Roma i miei ragazzi in partita: siamo arrivati in area tre, quattro volte: è un segnale. Come lo è anche la ritrovata continuità che prima mancava completamente: due vittorie in tre gare non è poco. Cosa mancava prima? Credo che si sia lavorato bene sul piano tecnico/tattico ma troppo poco sull'aspetto mentale, assolutamente decisivo. Stiamo riprendendo autostima e consapevolezza di noi stessi, ma non abbiamo ancora fatto niente.” Ora ad attendere il Ladispoli ci saranno due gare da vincere senza dubbi o timori: Fortitudo e Totti Soccer School, in attesa dell'ultima ed esaltante giornata di campionato contro la rivale più dura: il Certosa. “Si tratta di due partite fondamentali, certamente. Purtroppo abbiamo quattro ragazzi fuori, speriamo di recuperarne qualcuno. Faremo ad ogni modo di tutto per vincere e rimanere in corsa salvezza.”
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