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l'intervista

Accademia, Attilio Ortenzi a 360 gradi: "Adesso parlo io..."

Il Direttore Generale analizza la stagione e tocca temi delicati come la retrocessione del Grifone Monteverde e la tutela degli arbitri

26 Maggio 2016

Attilio Ortenzi ©Gazzetta Regionale

Attilio Ortenzi ©Gazzetta Regionale

Non le manda a dire, mai. Attilio Ortenzi ha fatto della schiettezza una vera e propria peculiarità. Senza tergiversare più di tanto, il direttore generale dell’Accademia Calcio Roma traccia un bilancio sull’annata appena conclusasi e lo fa a modo suo, ovvero con la massima sincerità. Un paio di gruppi non lo hanno convinto appieno, altri sono andati addirittura al di sopra delle aspettative, c’è qualcosa del sistema che a suo parere andrebbe rivisto. Insomma, Attilio Ortenzi, con una penna più che mai affilata, tira le somme sulla stagione 2015/2016.

Attilio Ortenzi ©Gazzetta RegionaleDirettore Ortenzi, andiamo sul classico. Le chiedo, quindi, un bilancio dei campionato disputati dall’Accademia Calcio Roma.
“Un’annata molto positiva. Abbiamo confermato tutte le squadre in Elite senza patemi e anzi, siamo andati vicini alle finali con Juniores e Giovanissimi Fascia B. Non potrei non essere soddisfatto”.

C’è un gruppo che l’ha sorpresa in positivo e uno, invece, dal quale si aspettava di più?
“Sono sincero: dalla Juniores mi aspettavo qualcosina in più. E’ altresì da considerare il fattore dei sotto età. Avevamo due ’97 e tutti ’98, senza fuori quota. Questo aspetto sicuramente ci ha penalizzato, tuttavia potevamo compensarlo con la bravura dei ragazzi. Qualcosa è andato storto…".

Ovvero?
“Ci è mancata soprattutto la costanza di rendimento. Poi quelle cinque sconfitte consecutive a cavallo tra Dicembre e Gennaio ci hanno letteralmente tagliato le gambe. Davvero un peccato”.

Non sono mancate però le soddisfazioni, giusto?
“Già. I ’99 hanno disputato un campionato bellissimo. I 2001 mi hanno davvero stupito, per pochissimo non sono arrivati alle finali regionali. Bene, benissimo anche i 2002: sapevo di avere un buon gruppo, ma non di un livello così alto. Il prossimo anno, nei Giovannisimi Elite, credo ci divertiremo…”.

Mancano i 2000…
“E esser sinceri, anche da questa rosa mi aspettavo qualcosina in più…”.

I Giovanissimi 2002 di mister Marini ©Del GobboDirettore, quest’anno ci sono stati tantissimi episodi spiacevoli. Dalla rissa di Pavona, alla retrocessione del Grifone, fino ad arrivare ai fatti di Anzio-Lupa Frascati. Che idea si è fatto al riguardo?
“Tocchi un tasto molto delicato. Sono tutt’ora allibito da quanto accaduto al Grifone Montervede. Non capisco, credimi, come sia possibile penalizzare, con una simile punizione (retrocessione da Elite a Provinciali ndr), una società per un gesto di un singolo giocatore. Episodio condannabile, per carità, ma non per questo prevedibile”.

Fatto sta che il Grifone Monteverde adesso ripartirà dai Provinciali.
“E’ assurdo. Noi come Accademia Calcio Roma siamo sempre stati trattati da principi quando ci siamo recati al loro campo sportivo, non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema. Il punto però è un altro: una società prende un giocatore in base alle caratteristiche tecnico-tattiche, ma non ha la palla di vetro, non può sapere se quest’ultimo un giorno perderà la testa e colpirà un arbitro. Possibile che, su 200 ragazzi, basta un giocatore per mandare all’aria un lavoro societario di tanti anni? Impensabile…”.

Quindi, concretamente, cosa si può fare?
“Radiare. Senza se e senza ma. Se un giocatore si dimostra violento non deve mai più varcare un campo di calcio. E questa è solo una delle soluzioni”.


Ortenzi, dg dell'Accademia Calcio Roma

Si spieghi meglio.

“Io credo che, in primis, gli arbitri dovrebbero essere maggiormente tutelati. Magari più commissari di campo aiuterebbe, non lo so. L’importante però è che non vengano lasciati soli, vanno seguiti. In secundis, le società devono stare più attente nell’individuare il giocatore ‘violento’. Questi ragazzi vanno allontanati dai campi di calcio. Come detto in precedenza, però, non sempre è possibile prevenire, quindi è fondamentale una maggiore tutela per le società. Non si può prevedere l’imprevedibile, giusto?”.

Direttore Ortenzi, cosa si augura per il futuro?
“Io vorrei che il calcio cambiasse. Mi piacerebbe andare la domenica sui campi e vedere la mia squadra giocare a calcio. Poi ci può stare il battibecco, la scaramuccia, fa parte di questo sport, d’altronde esistono i cartellini rossi. Però queste cose devono finire sul rettangolo di gioco, sono stanco di vedere certi episodi. Al triplice fischio devono esserci soltanto strette di mano. Nulla più”.

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