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L'analisi

E' un bel Frosinone: eclettico e audace, fa già paura

Trimani sta svolgendo un buon lavoro con il gruppo 2003; al Serilli i canarini hanno dato un assaggio di chi sono

06 Ottobre 2016

E' un bel Frosinone: eclettico e audace, fa già paura

Prima dell'inizio della stagione, spendiamo qualche parola sul Frosinone, che abbiamo visto perdere con dignità ai Image titlecalci di rigore contro la Roma, in finale del torneo Serilli. Traspare evidente tanta, tanta qualità in questo gruppo 2003 ciociaro e non sembra difficile prevedere che farà bene nel corso dell'annata. Solidità è la parola chiave di quanto sperimentato al Serilli. Solidità e imprevedibilità. Tutto può cambiare in avvio di stagione, certo: può anche darsi che il “vestito” cucito dal tecnico Maurilio Trimani per il suo nuovo gruppo (l'anno scorso alla guida dei 2002) sia solo una fra svariate sperimentazioni. Eppure, per quanto trapelato delle caratteristiche dei giocatori, quella sorta di 4-4-2 camaleontico può davvero rivelarsi l'arma in più dei canarini. Con quel Palma a far da terminale offensivo fisso, bravo nel portare via l'uomo e ad allargarsi a destra, quanto basta per aprire le praterie all'instancabile Mattarelli che, come mezz'ala, sembra una pedina davvero interessante. Come non considerare poi quel movimentato groviglio a destra, con il numero nove Jirillo a sovrapporsi, aggiungersi o scambiarsi con Di Palma e/o Lombardo; quest'ultimo visto più difensivo rispetto all'opposto Mattarelli. Della “risacca” che si va a formare in quella zona, spesso e volentieri gli avversari incontrati nelle varie fasi del torneo hanno capito poco, andando in difficoltà. Di fatto, è un Frosinone in cui tutti gli elementi sinora elencati (ad eccezione di Palma) attaccano e difendono. Soprattutto nel primo confronto con la Roma, più strategico rispetto alla finale, i canarini non hanno mai avuto meno di cinque uomini dietro la linea della palla in fase di transizione passiva. Una soluzione non adottata di certo per scarsa fiducia nel reparto arretrato, che anzi brilla di luce propria. Alle spalle di un buon Image titleFragiotta ad impostare, compaiono diverse figure affidabili (Potenziani, D'Ippolito per citarne alcuni). Ma a spiccare davvero sono in due. Sull'esterno Ludovici, che nel Serilli ha colpito una traversa tirando dalla distanza nel primo confronto con la Roma, per poi segnare il goal più bello (con largo scarto) di tutto il torneo, nella finale. Vale la pena ricordarlo: palla intercettata a strozzare una ripartenza giallorossa, dribbling a saltare tre uomini (aggressivi in uscita) e tiro dalla trequarti a toccare il palo e poi la rete. Non serve altro per presentare il ragazzo. Al centro, bene Potenziani, ma capitan Bracaglia (suona anche bene) è bravo, a tratti bravissimo: miglior difensore di tutta la kermesse. Roccioso fisicamente, elegante tecnicamente, viene il timore solo al pensiero di confrontarcisi su un campo da calcio. Il tutto senza trascurare anche le diverse alternative a disposizione di Trimani, come il grintoso e veloce Mazzaroppi, giocatore di quantità, sempre utile quando subentra la stanchezza avversaria. Insomma questo Frosinone è un bel carroarmato. Ma non ignorante e volgare, non barbarico. Lo si è visto affrontare le squadre con la cauta agilità di un fiorettista. Parata e affondo. Tutti insieme.

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