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L'analisi
19 Ottobre 2016
Grifone Monteverde in allenamento
La grande corsa in campionato è iniziata. L'Urbetevere oltrepassa senza troppe difficoltà il primo ostacolo sul proprio percorso, il Grifone Monteverde, sconfiggendolo 0-2 con una rete per tempo. Tralasciando la differenza, già nota sulla carta, a livello tecnico e fisico, appare necessario valutare un'altra componente, decisiva per il successo gialloblu: la delicatezza del confronto sul piano psicologico. Un aspetto ben rimarcato sia da Giuseppe Trimonti che da Valerio Cicchetti nel dopo gara. Si dà il caso, infatti, che Grifone Monteverde – Urbetevere sia stato, in primo luogo, un match fra amici e vecchie conoscenze, giacché molti fra gli attuali rossoblu militarono un tempo nella vicina via della Pisana.
Sperimentazione E' un'attività in cui Cicchetti sembra profondamente impegnato. Nell'esordio stagionale riposo per il talentuoso Capotosti (in campo dal 22' della ripresa) e per Dapice (subentrato al 12' del secondo tempo), assente invece Golino. L'Urbetevere si propone al Villa dei Massimi con un compatto 4-1-4-1. Sulla prima linea difensiva rinveniamo capitan Del Monaco e Campoli a far da centrali, sulla destra Pacetti, mentre a sinistra spazio a De Moro, preferito nello schieramento iniziale. Il giocatore in maglia numero tre ha trascorso un buon 70% della sua gara leggermente avanzato e sganciato dai compagni delle retrovie. A bilanciare il fatto, si è visto l'atteggiamento difensivo di Pacetti e la consistente presenza di Bontempi a orbitare in mediana, a far da raccordo con il centrocampo. Alle spalle del terminale, quasi sempre stanziato in trequarti, De Minicis, il quartetto mobile con al centro Colace e Volponi (nervoso) e ai lati Buonamici (visto poco) e il buon Chimenti a martellare sulla destra con efficacia, tanto da riuscire a sbloccare la gara con uno spunto individuale. Di fatto un'Urbetevere quadrata, la prima di questa lunga stagione, né spericolata né arroccata: Cicchetti opta per un assetto di “gestione” he potrà tornare utile in quelle gare in cui si dovrà scardinare e stanare l'avversario che attende.
Timore Un po' ce n'è stato a serpeggiare fra i ragazzi del Grifone Monteverde. Se da un punto di vista difensivo la grinta nella pressione si è vista, altrettanto non può dirsi per l'oltremodo precaria fase di possesso palla. Con Lo Monaco in avanti si è tentato di distrarre e portar via l'uomo per favorire l'ingresso in inserimento di un discreto Saulli (in questo modo si è venuta a creare una buona occasione, non concretizzata dal dieci). Per il resto, poca arroganza agonistica nei rossoblu. Giuliani e Becchetti sono stati costretti a schiacciarsi, per dare un contributo al centrocampo sofferente, ma non hanno avuto la rapidità e il tempo di gioco per ristabilire in velocità il tridente nelle rare transizioni positive. Anche nei pochi momenti di vulnerabilità, per così dire, dell'Urbetevere (un esempio su tutti, l'assenza dell'elastico fra i terzini in talune occasioni: quando Pacetti s'avventurava in avanti, non sempre De Moro rientrava a compensare) il Grifone non è riuscito, non è stato pronto a tentare di sfondare la linea. Trimonti a inizio secondo tempo, poi, ha provato ad affilare la sua lama, togliendo Becchetti (di fatto un esterno di centrocampo in gara) e inserendo Mantarro a stanziarsi, più stabilmente, in avanti. Ma l'ipotesi di veder così valorizzato il lavoro di Saulli è venuta a decadere perché all'11' questo verrà sostituito, per far posto a Baldassarre. Solo, sovrastato fisicamente, Mantarro non riuscirà a far male.
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