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L'analisi

Ostiamare solida, Lupa Roma grintosa: storia di un pari

Approfondiamo alcuni risvolti della sfida di quarta giornata fra i biancoviola e i capitolini terminata con zero reti

09 Novembre 2016

(Foto©Shotsport.it)

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Una squadra, quando segna tanto, piace. E' naturale. Parliamo di uno sport in cui sono i goal conquistati a conferire lustro, riconoscimenti, risultati. D'altra parte, però, c'è qualcosa di più misterioso, di più seducente e affascinante nel mondo del calcio: una squadra che non subisce goal. Nel campionato Giovanissimi fascia B Elite, attualmente, solo una formazione può vantarsi di un tale titolo, di aver mantenuto la porta intatta, di avere uno splendido 0 sotto la voce “goal subiti”. Stiamo parlando dell'Ostiamare, prima del girone A a pari merito con la Lazio. Ultima rimasta fra le inviolate. Abbiamo avuto modo di osservarla nel match con la Lupa Roma: proveremo qui a riportare uno spaccato di quanto avvenuto in campo.


Forza e calma Al pronti via è l'Ostiamare a detenere il pallino del gioco. Nonostante la Lupa Roma vanti una fisicità da far invidia (Vichi su tutti), nel cerchio di centrocampo è fin da subito supremazia biancoviola. Romani organizza il suo gruppo sotto forma di un 3-5-2, a lasciare stabile in avanti il tandem DD (Di Vilio, D'Avello). Logicamente, buona parte delle gambe locali se ne sta al centro dello schieramento: un muro difficile da sorpassare per i ragazzi di Iommi. Passando alle retrovie biancoviola: affidabili i due difensori Santovito e D'Agostino, gravitanti sulla propria trequarti (Foto©Shotsport.it)in fase di possesso e mai oltre quella (chiaramente), ad eccezione di alcune favorevoli situazioni su palla inattiva, in cui vengono temporaneamente sostituiti dagli esterni tuttofare Perri e Carlini. Per quanto riguarda il terzo componente difensivo, trattasi di un jolly, di un giocatore volante. Funziona bene, anzi, benissimo l'alternanza e il vieni e vai in tal senso (Perri, Carlini, spesso Ippoliti): i movimenti sono eseguiti a memoria. Di fatto, non emergono falle. E' un'Ostiamare che pone diverse barriere a difendere la porta del bravo Zolfo. E in ognuna di queste stupisce la sicurezza, l'aplomb dimostrato dai giovani calciatori di casa. Negli incontristi del ventoso Anco Marzio non sembra mai di vedere un accenno di frenesia (seppur comune a quest'età). Non solo collettivo, anche individualità di spicco in questa squadra: Ippoliti, capitano dei biancoviola, su tutti. Fa un po' tutto: impostare, gestire, recuperare palloni in ogni zona possibile del campo (destra o sinistra non fa differenza, sempre con eleganza). Pecca solo un poco di faciloneria negli ultimi quindici metri. Ad ogni modo, non stiamo parlando di un'Ostiamare perfetta. Assolutamente. Se infatti la fase difensiva fa brillare a tratti gli occhi, altrettanto non può dirsi per quella offensiva. L'impegno si è visto nel duo di attacco, ma non a sufficienza. Una colpa, una frenesia (eccola: qua c'è) riscontrabile anche negli altri di centrocampo. Sovrapposizioni, dialoghi veloci, uno-due spalle alla porta, dai e vai, tagli a rientrare: non si son visti, o comunque troppo poco, sovrastati da un imponderabile quantità di lancetti e lancioni così, alla buona, sterili. Paura di affrontare il fisico avversario? Eppure nei contrasti visti, grande cuore da parte dei biancoviola.


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Lupa più dinamica Nonostante l'inferiore percentuale di possesso palla, la Lupa Roma non sfigura ed è brava nel mandare in confusione i suoi avversari. Iommi ci propone i suoi, di fatto, in un 4-2-1-3 iniziale. Di fronte alla prima linea difensiva, Randò e Sacco (personalità e sacrificio spiccano in quest'ultimo) costruiscono per gli amici in avanti: il corpulento trio costituito da Primerano, Vichi e Grossi. Perno cardinale della manovra è Vlad. Abile nell'agire fra le linee, è l'asso nella manica capitolina, l'elemento più utile nel tentativo di destabilizzare l'equazione in campo. Ecco, lui compie i movimenti che tanto mancano agli avversari biancoviola. Avanza e si ritira all'improvviso: una talentuosa zanzara (meglio forse dire “calabrone”, essendo anche lui ben piazzato). L'impedimento sta però nella velocità del reparto arretrato di casa, che raramente concede l'infilata.


Secondo tempo Alcuni accorgimenti vengono presi nei secondi trentacinque. Con l'ingresso in campo del biancoviolaRomani, tecnico dell'Ostiamare Zanali (brevilineo e instancabile aggressore del portatore di palla) fisso in avanti al posto di Perugini (che andava aggregandosi ai due attaccanti solo durante la fase di possesso), Romani cerca maggior efficacia col 3-4-3. Ma la marcatura su Zanali dell'aitante Grossi (arretrato nel frattempo a terzino, peraltro con ottimi risultati, al posto dell'infortunato Rossi a fine primo tempo) ne strozza le potenzialità creative. D'altra parte la Lupa Roma, dopo la sostituzione di Primerano con Pozzi, attacca stabilmente ora con Vichi e Governatori (quest'ultimo a prendere il posto di Grossi per l'appunto). Ma i due, estremamente larghi in campo, provano, sì, a divaricare a loro volta la difesa biancoviola, ma generano così, di fatto, una frattura nel mezzo del reparto, dove vanno a piovere palle di nessuno (apparso un poco stanco Vlad). Nel resto del cronometro continuano ad essere pochi gli strappi. 0-0 congelato, dunque, sino al triplice fischio.

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