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La rinascita del Certosa, Mari: "Ora c'è un'identità"
Il tecnico analizza la grande evoluzione della sua squadra che nell'ultimo mese non ha mai subito la sconfitta
Con il sorgere dell'anno nuovo, il Certosa è rinato dalle sue ceneri. Basta dare uno sguardo al bottino conquistato dai neroverdi: dall'inizio della stagione in corso, sino al termine del 2016, ammontano a 8 i punti conquistati dalla squadra. Sono ben 13, invece, quelli ottenuti nelle prime cinque giornate del 2017: un ritmo quasi raddoppiato rispetto alla prima parte del torneo. Può gioirne il tecnico, Alessandro Mari: “Sì, veniamo da un mese in cui non abbiamo mai subito la sconfitta. Sono contento soprattutto del fatto che ultimamente non stiamo subendo più come una volta: neanche un goal preso nelle ultime tre gare. Adesso la squadra ha una sua precisa identità.” Alla base del cambio di passo c'è anche una ristrutturazione dell'assetto in campo: “Siamo passati a un 3-4-3 che varia in 3-5-2 in fase di non possesso. Un cambiamento che è stato digerito ottimamente dai ragazzi: il passaggio alla difesa a tre ci ha resi più solidi, data la presenza in rosa di centrali importanti, che ben sostengono il centrocampo. Sorrido per il fatto che le squadre che incontriamo ci dicono - ma non siete quelli dell'andata...- in realtà siamo sempre gli stessi: siamo semplicemente un gruppo che ha lavorato duramente.”La strada, comunque, è ancora lunga per Mari e ragazzi. “Rispetto a un tempo, la palla ora si gioca e anche molto, però a livello scolastico. Sto chiedendo qualcosa di più ai miei ragazzi: un cambio di gioco, un uno contro uno, un tocco di prima. Poi se si sbaglia non succede nulla: commettere un errore per cercare di fare qualcosa di giusto, nel calcio non è mai un male, è giusto. Questo sto chiedendo al mio centrocampo. L'attacco? Noi abbiamo sempre segnato tanto, qualitativamente in quella zona del campo siamo sempre stati più che discreti. Fra i nostri attaccanti mi ha sorpreso per evoluzione Procario: un ragazzo che viene dal calcio a cinque, dotato di un'istintività e di un passo importanti. Non mi aspettavo si adattasse tanto bene e così presto al nostro calcio.” Un ultimo pensiero rivolto alle giornate che verranno: “Io, per carattere, guardo avanti, non indietro. Non abbiamo fatto ancora nulla, possiamo ambire a qualcosa di più. Se guardo alle altre rivali, forse solo Dabliu, Frascati e Albalonga hanno qualcosa in più di noi. Per il resto possiamo giocarcela.”