La Lazio di Cardone c'è ed è pronta a dimostrarlo

Non sono state settimane facili, le ultime della Lazio. Prima della pausa di campionato la sconfitta in casa con l'Urbetevere; subito dopo, il pareggio con la Vigor Perconti. In quattro e quattr'otto primato perso, sottratto proprio dai gialloblu, e fiato blaugrana sul collo (attualmente a meno uno dai biancocelesti). La squadra di Cardone però ha risposto a tutte queste pressioni in un solo modo: con la rabbia e la grinta. Da queste è emerso un dominio assoluto nell'insidiosa sfida interna con il Rieti. Un avversario che, nonostante la posizione in classifica, portava con sé al Melli due armi importanti, di cui tenere conto: un precedente (ossia il pareggio conquistato all'andata) e una condizione di forma, atletica e mentale, non indifferente. La Lazio è stata brava a non farsi sorprendere, ma non solo: è stata brava a divertirsi. Tutte le incertezze e i rischi di alcuni strascichi sono stati spazzati via nella sfida con gli amarantocelesti a suon di esultanze, ben otto. Una goleada che assume le vesti e il ruolo di un segnale eloquente lanciato alle altre, in primis alla nemica giurata Urbetevere: la Lazio c'è e non vuole limitarsi a ricoprire il ruolo di coprotagonista. Necessario ripartire dalle certezze, dall'efficacia che gli interpreti di questa squadra possono dare. Basta pensare che l'attacco biancoceleste è il più prolifico del girone, autore di ben cinquanta reti, di cui 14 conquistate dal capocannoniere dell'intero campionato: Jules Serafini. Con il passare del tempo il lavoro di Cardone sta dando i suoi frutti: occorre ora trovare una compattezza non sempre presente, sinora, nella fase difensiva. La “resilienza”. La capacità di assorbire un urto senza accusarne il danno, di piegarsi e non rompersi. L'abbondante vittoria con il Rieti è la dimostrazione che Cardone è riuscito a trasmettere questo concetto allo spogliatoio. Preservarlo e saperlo interpretare nelle prossime sfide è la missione attuale. La stagione ha ancora molto da dire, così come la Lazio.