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La rubrica
09 Ottobre 2017
(©Varani)
Vogliamo raccontare quanto accaduto nel weekend dei classe 2004, settimana dopo settimana. Vogliamo proporvi ogni lunedì spunti nuovi, brevi flash, immagini da conservare nella mente. Vogliamo proporvi riflessioni, retroscena e talvolta analisi, per seguire e commentare costantemente le vicende del rettangolo verde e i suoi piccoli, grandi protagonisti. Ma non aspettatevi di trovare qui elenchi di risultati, di numeri e percentuali: al “campo” queste cose non piacciono. Al campo piacciono le giocate, quelle di un attimo, i concetti, le idee. E' il campo che lo dice, è il campo che lo vuole. E sono queste le emozioni di cui vogliamo parlare, senza trascurare, com'è naturale che sia, i fatti, e l'evoluzione della classifica. Con il tempo, i nostri piccoli appuntamenti del lunedì si arricchiranno di aneddoti, statistiche, curiosità: ed è da prenderlo un po' come fosse un romanzo a puntate, questo racconto: con leggerezza, simpatia se volete, e passione. In sostanza, con le sensazioni di chi lo ha scritto con ammiccante partecipazione.
E' trascorso un mese ormai dall'inizio del campionato. Le squadre stanno pian piano smaltendo il “trauma” dell'impatto con l'universo della gara, dell'agonismo, con tutti i risvolti pratici e psicologici che questo contiene per sua natura. Dopo un avvio sostanzialmente graduale, è matematico, iniziano a comparire, qua e là, i primi scontri diretti: nel weekend, per esempio, la Vigor Perconti ha dato prova di grande continuità e determinazione, strappando tre punti pesanti in casa della Lodigiani (che ancora deve capire fino a che punto può esser grande). Ma “l'evento” è un altro. E non parliamo della Tor Tre Teste o della Roma ancora vincenti, né di Legnante ancora a segno (solo doppietta stavolta, si vede che era stanco), bensì della Lazio. La formazione di Alboni si conferma ancora una volta a punteggio pieno, 12 punti in quattro partite, un mese vissuto a porta inviolata con palla in movimento (primo goal subìto questo stesso sabato, su rigore, peraltro dalla traiettoria pure indovinata da Sternini). L'argomento di questo lunedì è la grande vittoria dei biancocelesti ai danni del Frosinone rivale, sconfitto con l'incredibile punteggio di 7-1. C'è naturalmente una parte di demerito sul fronte ciociaro da considerare (abbattuti nello spirito nel finale di gara, i ragazzi di Trimani subiscono tre goal negli ultimi sette minuti i gioco), ma è innegabile la qualità e l'organizzazione dell'undici di Alboni. In gara, un assetto imponente, che soffre poco. Bravo Sternini fra i pali, per cominciare, e i tre dinanzi a lui (la Lazio inizia col 3-5-2 per poi ripararsi più stabilmente con il 5-3-2 nell'ultima parte di gara), tra cui spicca un Del Vescovo davvero notevole. Pecca di irruenza e ingenuità nell'episodio che innesca il calcio di rigore per gli avversari, ma si fa apprezzare per il resto e non poco. Giocatore di rilievo persino nell'uscita palla al piede, trasmette serenità, nelle movenze, come può fare un monaco tibetano. Sulla sinistra fa da pendolino Nuccorini, un altro profilo da enfatizzare. A dispetto di una struttura fisica ancora da sviluppare, il ragazzo si è contrapposto con signorile personalità nei duelli con Navarra (cliente difficilissimo da gestire). Bel tocco palla, carattere da vendere. Più avanti rispetto alla linea, alle spalle delle punte, si muove Napolitano, fantasioso biondino che non fa rimpiangere per geometrie Cherubini, meritatamente titolare con l'Under 15. E' una Lazio solida, difficile da mettere in condizione di inferiorità numerica, brava a far convergere uomini dove la situazione lo richiede. Completa il quadro la coppia offensiva più classica di sempre: un martello e un fioretto. Il martello è senza dubbio Botticelli, che seppur in gara raccoglie molto meno di quanto seminato, (giocate talvolta forzate) punge due volte e firma un assist. Un assist per chi? Ma per il fioretto naturalmente, alias Serafini. Agile incursore, fa saltare la marcatura su di lui come fosse un'etichetta sulla sua maglietta. Insomma, individualità variegate, un collettivo solido, un gioco e un'identità riconoscibili trasmesse da Alboni. Questa Lazio ha lanciato un messaggio: che sia di sola presenza tra le grandi o qualcosa di più sarà il campo a dirlo. Ne riparleremo.
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