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l'editoriale

Storia di un trionfo annunciato, ma dall'esito sorprendente

Roma ed Urbetevere come lo Yin e lo Yang: la migliore rivale che potessero incontrare i giallorossi è stata schiacciata

14 Maggio 2018

La Roma con la coppa ©Del Gobbo

La Roma con la coppa ©Del Gobbo

La Roma con la coppa ©Del Gobbo

Yin e Yang. Prendiamo questo concetto e applichiamolo alla finalissima del torneo Giovanissimi Fascia B Elite.

Attenzione a non fraintendere: di equilibrio, di isometrie non si può proprio parlare, alla luce di quanto

accaduto. Ma di opposizione invece sì. L'Urbetevere era la miglior rivale che la Roma potesse incontrare (lo ha detto

il percorso nei play off, lo ha detto il campionato: è stata lei l'unica ad aver sconfitto i giallorossi) e la Roma l'ha

schiacciata. Con tutto il rispetto, naturalmente, per dei ragazzi talentuosi, per un mister assolutamente vincente

e, naturalmente, per un club che ogni anno stupisce e fa parlare di sé e della bontà delle sue rose. La Roma, lo Yin, è

riuscita a prevaricare prepotentemente sull'Urbetevere, lo Yang, rovesciandolo e frantumando il tipico stereotipo da finale: "brutta gara con pochi goal". La Roma ha vinto, vincendo anche contro se stessa. In un campionato spaccato fin da subito, la squadra di Rubinacci ha, in certe occasioni e circostanze, preso goal alla sprovvista, mostrando il fianco, forse guardandosi un po' troppo allo specchio. Contro l'Urbe abbiamo invece visto una Roma operaia, sul pezzo, che non ha mai concesso quasi nulla. Certo, si sono distinti i gioielli più pregiati (Rossi su tutti, inutile sottolinearlo), ma se i gialloblù hanno sofferto in ogni dove il merito è senz'altro di tutti. E a proposito di questo tornano in mente due numeri esemplificativi: la Roma ha mandato in goal ben 20 giocatori diversi in questa stagione e il suo capocannoniere è Rossi, a segno per 22 volte. L'Urbetevere, invece, ha un signore in squadra di nome Legnante, autore di 38 sigilli. E da questi numeri che emerge la forza del gruppo della Roma, che ha potuto contare sulla qualità dei tanti, senza doversi necessariamente affidare agli spunti dei pochi. Prima di disputare la finale, mister Barba aveva manifestato il suo rispetto per la Roma, riconoscendo agli avversari grande forza. Forse però in pochi si aspettavano un punteggio finale così netto, così insindacabile, specialmente guardando quanto accaduto nei due incroci di campionato. Una prestazione talmente autorevole, talmente maiuscola, da far venire voglia di applaudirla, questa Roma. Di applaudirla forte e di fargli i migliori auguri per il suo futuro

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