La lettera

I pensieri di un ragazzo: "Il calcio per me è..."

Riceviamo e pubblichiamo con piacere una lettera di un giovane giocatore della nostra regione, in cui dichiara il suo amore per il pallone

Riceviamo e pubblichiamo con grande piacere la lettera di un giovane giocatore della nostra regione: il classe 2005 Dario Petruzzi. Un messaggio d'amore rivolto al calcio e allo sport.


"Loro non sanno cosa significa. Guardano il nostro sport come un gioco, un passatempo, se non praticato a livello professionistico. Guarderanno sempre e solo la gioia di quando si segna un gol o di quando si esce dal campo consapevoli di aver portato a casa 3 punti. Questo guarderanno. Non avranno mai occhio abbastanza profondo per poter guardare al di la di questo. La gioia, cari spettatori, è solo una piccolissima parte di quello che è il nostro sport. Mi spiace per voi, ma le emozioni che questo sport riesce a regalarci, non sarete mai in grado di provarle in altro modo al di fuori del calcio. Non sapete cosa si prova, quando esci da scuola e non hai neanche il tempo di passare da casa per andare ad allenarti, per andare a correre su quel magico prato. Non sapete cosa si prova, quando hai mille pensieri per la testa, ma poi infili gli scarpini e tutto intorno a te smette di fare rumore. Non sapete cosa si prova, quando sotto il sole cocente di Agosto, non si desidera altro che cominciare la preparazione atletica per dare inizio ad un'altra fantastica stagione calcistica. Ma d'altronde, sono anche tante le sofferenze che il nostro sport nasconde. Non sapete cosa si prova, quando il venerdì sera aspetti con ansia le convocazioni per la partita e poi scopri che per questa volta l’allenatore non ha scelto te. Non sapete cosa si prova, quando il mister sta per dire gli onoratissimi 11 che andranno a lottare, e tu ti senti pronto e convinto di poter dare il tuo contributo, ma nemmeno sta volta l'allenatore ha scelto te. Non sapete cosa si prova, quando esci dal campo senza il bottino che ogni settimana speri di ottenere.

Ed è di questo che è fatto il nostro sport, il nostro stile di vita che molti di voi vedono come il “tirare un calcio al pallone". Il calcio è ben altro amici miei, è quella cosa che può farti provare gioia rabbiosa così come può farti provare una sconfortante tristezza.

Il calcio è quella cosa senza la quale le nostre vite non sarebbero niente di più che stare attaccati ad un ammasso di libri.

Il calcio è quella cosa che ci accomuna tutti, dal primo all'ultimo, non importa il colore della pelle così come non importa quale sia la tua squadra del cuore. Nel calcio siamo tutti uguali, tutti con lo stesso sogno, tutti con la stessa passione.

Una passione che talvolta viene persa e/o mollata, da molte persone. Quanto vorrei poter essere una di loro. Una di quelle persone che si lascia alle spalle i brutti ricordi che in questo caso, sono rappresentati dal calcio. Eppure non ci riesco. Non rientra in me, non rientra nella mia personalità. Gioco a calcio da pochi anni e già non posso farne a meno. Perché se c'è una cosa che questi pochi anni mi hanno insegnato, è che nel calcio non si molla MAI, che si tratti di un'amichevole o che si tratti di una finale di Champions. E quelli che hanno mollato, beh, loro non erano veramente malati come noi. Noi che facciamo sacrifici per arrivare puntuali all'allenamento. Noi che rinunciamo ad un venerdì sera con gli amici per riposare il giorno prima della partita. Noi che ci facciamo chilometri e chilometri di viaggio, per una partita.

Chi mai non ci definirebbe malati? È vero, siamo noi quelli strani, quelli matti.

Ma nella nostra stranezza è racchiuso quel sogno che va rincorso fino alla fine, accompagnato da emozioni che voi poveri normali non sarete mai in grado di provare.

Il calcio…voi non sapete che cos'è, voi non sapete cosa significa…"

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