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FOCUS
18 Febbraio 2019
Frosinone Calcio, Davide Cipolla ©DelGobbo
Maglia numero 10, testa sulle spalle, piedi da favola. Il punto non è quando, ma come inventerà il prossimo passaggio da gol per i compagni. Davide Cipolla in un'altra vita sarebbe diventato il gregario che tutti i ciclisti sognano di avere al proprio fianco: tira per tanti chilometri, li porta fino all'inizio della salita e poi al capitano non resta altro che finalizzare il suo grande lavoro. In un anno l'evoluzione, l'adattamento e la predisposizione al sacrificio di "Cip" hanno cambiato il giudizio di molti: dall'Accademia Frosinone dove il ruolo di seconda punta o ala non gli ha permesso di esprimersi al meglio, al nuovo di regista avanzato disegnato su misura da Lorenzo Carinci. La vittoria conquistata ieri dal Frosinone contro l’Aprilia Racing Club è passata dalla visione di gioco del talento di Prossedi, un paesino in collina sui Monti Lepini. Da qui ha avuto inizio l'amore di Davide per il calcio: dai pulcini dell’Antonio Palluzzi alla Roma ha sempre giocato per segnare, ma ora si ritaglia maggiori opportunità per il futuro.
La ricerca di giovanissimi predisposti a ruoli di comprimari rispetto ai famigerati bomber diventa sempre più complicata. I ragazzi che scelgono il calcio devono porsi una domanda: in quale ruolo posso ritagliarmi spazio e opportunità di farcela senza un'ampia e agguerrita concorrenza? Ci sono tanti attaccanti - troppi - e segnano a dismisura con cifre sproporzionate rispetto ai campionati futuri, dominati dalle difese e fondati sul tatticismo. Servono giocatori fuori catalogo, quelli dalla fantasia sconfinata. La bravura e l'intelligenza di Cipolla: la comprensione di sentirsi indispensabile e di prospettiva oltre i gol. "Mi manca soltanto di fare il portiere e poi li ho provati tutti" - ha dichiarato sorridente al termine del 4-0 sulle rondinelle apriliane - . Una domenica dovrebbero effettuare il monitoraggio tramite gps dei chilometri di DC10 in settantacinque minuti di partita: saranno almeno sette, quasi mai viene sostituito e in un anno ha assimilato sicurezze anche sul piano caratteriale. Personalità, cultura del sacrificio e valori che i talenti provenienti da paesini e piccole realtà a volte semisconosciute di provincia, dimostrano forti nel loro DNA. Davide ha i piedi buoni al contrario di quanto canta Ligabue. Aggiungiamoci polmoni, cuore e un'umiltà che dovrà preservare negli anni. Forse un giorno, a chiusura del cerchio o per scherzo, indosserà i guantoni. Ci vuole coraggio e una 10. Con parole e sguardo da leader, sempre lì, lì nel mezzo.
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