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l'intervista
31 Marzo 2020
Emanuele Marra ©Torrisi
L'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da COVID -19 sembra non arrestare la sua corsa e di conseguenza le attività sportive sono ancora in alto mare per quanto riguarda una possibile riapertura. In questo momento, però, l'aspetto sportivo passa in secondi piano, in attesa di buone notizie per quel che riguarda la diffusione del Coronavirus. Abbiamo fatto una bella chiacchierata con Emanuele Marra volto noto del nostro settore in quanto è stato il preparatore atletico di Milan, Fiorentina, Sampdoria e Catania e attualmente in forza al Tor di Quinto come tecnico della Under 14.
Mister, come era la condizione fisica prima dello stop delle attività?
"Fino allo stop la stagione è stata più che positiva non tanto per i risultati o la classifica ma nel vedere il miglioramento fatto dalla squadra come coesione di gruppo e superamento delle paure a livello individuale dovute alle tante novità che porta". Infatti il mister allena i ragazzi al loro primo anno di agonistica per cui iniziare a giocare a 11 ed il trovarsi di fronte spesso ragazzi più avanti come struttura fisica non è facile per tutti. "Ci sono tante componenti anche a livello psicologico da poter superare quando fai un salto così importante e penso che i ragazzi siano diventati più maturi e consci delle loro potenzialità e possibilità, il che non significa necessariamente vincere tutte le partite, ma per lo meno provare a giocarsela contro tutti. Ed è proprio questo il punto in cui è arrivato lo stop. La partita in trasferta contro la Nuova Tor Tre Teste in cui abbiamo giocato a viso aperto contro un avversario di un livello altissimo, nonostante il risultato finale di 0-0 che forse va stretto a loro per le occasioni avute, sono stato veramente soddisfatto nel vedere l’atteggiamento che i ragazzi hanno messo in campo durante la gara. Non si sono mai tirati indietro accettando il duello contro avversari evidentemente più pronti sotto diversi aspetti. Ma la coesione di gruppo, il gioco di squadra e le qualità individuali messe al servizio del collettivo hanno portato a fine gara ad un risultato positivo grazie ad una prestazione di enorme personalità.
Un ricordo positivo che porti con te e che vuoi esprime in questo momento di difficoltà?
"Il ricordo più positivo che ho finora nella stagione è probabilmente la vittoria a Trigoria contro la Roma. Avevo piacere che i ragazzi provassero concretamente che nulla è impossibile se tante persone unite vogliono raggiungere lo stesso obiettivo. Ci siamo riusciti."
Come stanno vivendo i ragazzi questa emergenza e come cercano di mantenersi in forma visto le restrizioni emanate?
"Stiamo affrontando questo periodo sentendoci e vedendoci tramite i nostri canali almeno quattro volte a settimana, 1 ora di lavoro in cui approfittiamo per salutarci, vederci negli occhi e lavorare un po’. Inoltre sono stati consegnati dei programmi di lavoro con diverse opportunità di scelta in base a chi può ancora scendere e correre e chi magari deve necessariamente farlo dentro casa. Ognuno dei ragazzi è attivo e sta portando avanti con entusiasmo l’allenamento."
Infine Mister che messaggio ti senti di mandare ai tuoi ragazzi?
"Ci tengo a mandare infine un messaggio ai miei ragazzi (ma in realtà a tutti i giovani): nonostante il dramma a livello mondiale credo che questo periodo sarà importantissimo per la crescita e l’evoluzione di tutti noi. Ora più che mai si riesce a capire quanto sia indispensabile avere un compagno vicino ed un avversario (sportivo) con cui confrontarsi. Da solo posso pensare di essere il più bello e bravo del mondo, ma se non ho nessuno accanto con cui confrontarmi e vedere a che punto sono; non serve a nulla avere il conto corrente pieno o tutti quei privilegi che hanno i calciatori se alla fine dei giochi i valori che contano veramente sono altri. L’opportunità che abbiamo in questo periodo particolare è quello di continuare a crescere individualmente a livello interiore (superare situazioni e difficoltà impensabili) per poterlo poi esprimere nella vita (e nello sport) nel momento in cui tornerò in contatto con gli altri sapendo che ciò che conta non è l’apparenza ma la sostanza di ciò che sono e riesco a trasmettere. Siamo essere umani che hanno bisogno di vivere in società e a stretto contatto per poter essere completi. L’augurio che faccio è quello di poterci riabbracciare quanto prima e sentire di nuovo l’emozione di avere due cuori vicini che battono per la stessa passione."
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