Il caso

Dopo la squalifica di 8 mesi Beccarisi replica: "Non è andata come dice l'arbitro"

Sono passati 5 mesi, ma a mister Roberto Beccarisi la lunga squalifica fino al 30 giugno non è andata giù. Non tanto per la gravità del provvedimento "di quello ormai me ne sono fatto una ragione", ci ha confessato. Il problema del tecnico riguarda le modalità tramite cui il giudice sportivo è giunto a quella decisione datata 17 novembre. I fatti esposti nel comunicato ufficiale numero 78 riportano di un vivace alterco tra lui e l'arbitro della sfida tra il suo Real Monterotondo e la Tivoli, categoria Under 14 Regionale. Il resoconto dell'arbitro riporta: "Al termine della gara avvicinava l'arbitro e gli stringeva forte la mano, procurandogli forte dolore. Nella circostanza lo insultava. Mentre l'arbitro lasciava l'impianto sportivo, assumeva nei suoi confronti comportamento intimidatorio. Allo scopo di tutelare la propria incolumità, l'arbitro richiedeva l'intervento della Forza Pubblica, prontamente intervenuta. Nonostante la presenza degli Agenti, il soggetto ha reiterato tali comportamenti, minacciandolo con la seguente frase "non è finita qui, ti uccido". A queste accuse il tecnico ha deciso di rispondere dopo la pubblicazione del verbale redatto dai Carabinieri intervenuti durante quel post partita: "Innanzitutto voglio dire che non ho proferito insulti all'arbitro - sottolinea Beccarisi - ma al termine della gara mi sono solo avvicinato a lui mostrandogli il mio cronometro che mostrava un recupero superiore ai 7 minuti. La sua indicazione, invece, era stata di 5 minuti: il protrarsi del tempo di gioco ha portato al pareggio dei nostri avversari, dunque non nego di essermi arrabbiato nella circostanza. Forse la stretta di mano è stata troppo vigorosa, ma di certo non gli ho procurato danni rilevanti. Anche perché in questi casi l'AIA consiglia sempre ai suoi tesserati di recarsi in ospedale per dei controlli, in modo da accertare la gravità degli atti subiti. In questo caso, invece, nessuna visita è stato necessaria. Per quanto riguarda ciò che è successo all'esterno del campo, ci siamo diretti entrambi nello stesso momento nel parcheggio, poiché fatalità ha voluto che le nostre auto fossero parcheggiate vicine. Probabilmente l'arbitro si è sentito minacciato da questa cosa, non vedendola come la coincidenza che era. Allora ha deciso di chiamare i Carabinieri, che anche io ho atteso. Il verbale ora è pubblico ed attesta che le gravi dichiarazioni dell'arbitro non trovano riscontro". Avendo preso visione del documento, reso pubblico trascorsi i 90 giorni previsti, riportiamo i passaggi che secondo il tecnico avvalorano la sua posizione rispetto a quanto attestato dal direttore di gara: "[...] Gli scriventi ascoltavano ed identificavano le parti e, non ravvisando reati procedibili d'ufficio, consigliavano agli stessi di comunicare il loro diverbio in merito all'arbitraggio della partita alla federazione calcistica da loro seguita [...]. I militari precisano che tra i due non era stata usata violenza come confermato dalle parti". La chiosa di Beccarisi sulla vicenda: "Quanto accaduto mi ha danneggiato sia a livello economico, perché ho rassegnato le dimissioni dopo la pubblicazione di quel comunicato perdendo di conseguenza i rimborsi fino al termine della stagione, che personale. Sono stato tacciato di essere un violento, la mia dignità come persona è stata messa in discussione. Quello che cerco, dopo aver preso visione di questo verbale, è una riabilitazione della mia immagine".

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