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dopo gara
25 Giugno 2016
Esultanza Miccio (foto ©De Cesaris)
Reazione di rabbia e d’orgoglio. Questa serviva, questa è arrivata. La Vigor Perconti si lascia alle spalle la sconfitta con la Liventina e batte il Forlì per continuare a sperare in un possibile approdo in finale. Adesso la palla passa proprio ai romagnoli, che oggi, in caso di vittoria con i veneti con massimo due gol di scarto, farebbero un grosso regalo alla squadra di Miccio, la quale si ritroverebbe a giocare l’ultimo atto per l’assegnazione del tricolore. I blaugrana ci credono, ma intanto il tecnico capitolino si gode questa vittoria che li tiene ancora in corsa: “Questa squadra (il Forlì, ndr), da tutti gli addetti ai lavori, è data come quella con più qualità, una società allestita per il professionismo dal punto di vista dello sviluppo del settore giovanile. Oggi (ieri, ndr) mi sono trovato ad affrontare un maestro di calcio, a casa ho dei dvd di mister Cristi, con il quale studiavo i principi di tattica individuale, e per me potergli stringere la mano e addirittura riuscire a batterlo, rappresenta uno dei punti più alti della mia carriera di allenatore. Ma non è il momento di parlare di me e neanche della società Vigor Perconti – continua Miccio – questi ragazzi dopo la gara di ieri hanno dimostrato di avere una maturità, un orgoglio, una dignità. Nel pre partita, quando eravamo negli spogliatoi, gli ho voluto leggere il significato letterale della parola dignità, gli ho spiegato che noi potevamo e potremmo andare a casa, ma dovevamo farlo nel rispetto di noi stessi e del lavoro svolto in questi dieci mesi. Ho finito gli aggettivi per questi ragazzi, posso solo dire con emozione che mi suscitano tanto amore. Ognuno può dare tutti i giudizi che vuole, ma io sono innamorato della mia squadra e dei miei ragazzi. Aver la forza di reagire e di ribaltare la situazione dopo una sconfitta come quella con la Liventina, secondo me appartiene solamente alle squadre evolute e di prima fascia”.
Cinque su undici le novità dal primo minuto rispetto al match con la Liventina. Due di queste, in particolare, studiate dallo scacchista Miccio, come lui stesso spiega: “Avevamo studiato, attraverso un file su youtube, il loro modo di giocare. Una squadra estremamente gradevole da vedere, sempre pronta a fraseggiare e a non rinunciare al gioco d’insieme nella fase di possesso, e soprattutto orientata a portare nella metà campo avversaria molti uomini. La nostra idea era quella di stancarli con la capacità di tener palla davanti con giocatori molto tecnici e nel momento in cui loro si sarebbero allungati un pochino o comunque concesso campo aperto, la forza di Piermarini sarebbe potuta risultare decisiva. Questo l’avevamo pensato anche con Altamura, che poi è entrato ed è stato anche lui determinante. Per fortuna è stata una lettura corretta e che ha portato i suoi frutti”.
Ora per Miccio e i suoi ragazzi non rimane altro che sperare: “Noi sognamo questa finale, però ripeto, prima di tutto dovevamo fare in modo di rispettare il lavoro e tutti gli sforzi fatti in questi mesi. Se andremo in finale ci esalteremo e saremo felici, se torneremo a casa lo faremo con la coscienza di aver dimostrato veramente di essere tra le migliori squadre d’Italia”.
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