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dopo gara
11 Maggio 2017
Savio, il tecnico Bartoli ©Del Gobbo
Il Savio esce sconfitto nella semifinale casalinga contro l’Urbetevere: dopo un primo tempo ad altissimo livello, i padroni di casa hanno poi lasciato campo agli avversari nella ripresa. Questo il commento del tecnico blues Diego Bartoli sulla partita andata in scena a via Norma: “Abbiamo fatto un grandissimo primo tempo e meritavamo di chiuderlo anche con un altro gol all’attivo. Se avessimo avuto un po’ più di lucidità nello sfruttare gli spazi che ci eravamo creati giocando molto bene, avremmo potuto chiudere la gara ed il rammarico è tutto lì. Poi ci sta che contro squadre così attrezzate e blasonate, che non mollano mai e che fanno dell’agonismo la loro arma principale, prima o poi devi anche saper soffrire in partite del genere. Alle semifinali, compagini così hanno tanta qualità ed intensità”. Nei tempi supplementari, poi, la gara è stata decisa dal discusso rigore decretato dall’arbitro: “Noi eravamo in partita, poi è arrivato l’episodio che ha deciso tutto, un rigore inesistente. Ne prendo atto, però fa male perché brucia uscire così. Faccio complimenti ed auguri all’Urbetevere, ma penso che i miei avessero meritato qualcosa di più sul campo”. Tanta la delusione, accompagnata però da altrettanta consapevolezza di quanto di buono espresso sul sintetico del Vianello: “Questa gara lascia la più grande ricchezza che può avere un allenatore, che non sono le coppe o le sconfitte: il fatto di aver dato qualcosa di importante ai ragazzi ai fini della loro crescita e non della propria - spiega infine Bartoli - Non è la prima volta che mi trovo in questa situazione, non nascondo che anche a me piacerebbe coronare un mio percorso di crescita con la soddisfazione del risultato: questo per dare la prova che formazione e vittorie possono coesistere. Quello che abbiamo dimostrato non ce lo può togliere nessuno: forse non verrà ricordato, ma noi sappiamo come abbiamo giocato questa partita. Gli allenatori che vincono nel settore giovanile troppo spesso giocano per se stessi e non per i ragazzi. E io sotto questo punto di vista penso di aver vinto”.
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