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Honey - San Lorenzo: pari sporcato da un brutto gesto

Termina senza goal e vincitori il big match fra le due; nel finale confusione e perplessità in seguito alle azioni di Coccia

12 Aprile 2018

Honey - San Lorenzo: pari sporcato da un brutto gesto

HONEY SOCCER CITY Parravicini 6, Esposito 6, Sbrega 6, Novaldi 6, Gigliotti 6.5, 6 Del Sette 6, Mansouri 6 (13'st Paganelli 6.5, 27'st Rossi sv), D'Andrea 6 (4'st Dell'Uomo 6), Ventroni 7, Sorice 6, Pomenti 6.5 PANCHINA Donati, Mutti, Attili, Brunetti, ALLENATORE Mondella


SAN LORENZO De Santis 7.5 (12'st Alessandrini 6), Santilli 6 (13'st Trollini 6), Pelullo 6, Ilari 5.5, Fraschetti 6, Brauzi 5.5, Iuliano 6, Manca 6, Coccia 0, Franciotti 5.5 (18'st Casini 6), Santoro 5.5 (1'st Piersanti 6) PANCHINA Schiavon, Trollini, Scorsonelli, Gentiletti ALLENATORE Fraschetti


ARBITRO Colaceci di Aprilia, 6.5


NOTE Espulso al 37'st Coccia (S) Angoli 3-3 Rec. 1'pt - 3'st


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Come accadde all'andata, termina senza un vincitore il big match tra Honey Soccer City e San Lorenzo. Stavolta, però, mancano anche i goal nella sfida tra le due big: un tabù che, per quanto visto, avrebbe dovuto sbloccare più la formazione di casa, per la mole di gioco e di occasioni costruita. Nel finale, poi, bruttissimo episodio sul campo, a lasciare in bocca amarezza e perplessità. Ne parleremo in fondo. Il primo tempo parte subito all'insegna della disattenzione per la formazione ospite e della sfortuna dei locali, che non riescono a centrare il bersaglio grosso. Dopo appena un minuto situazione emblematica e sintomatica di quella che sarà la prima frazione di gara: spazzata sbilenca di Brauzi, D'Andrea prende palla e tira a tu per tu con il portiere, spedendo fuori. Al 5' l'Hoeny centra lo specchio della porta, ma è un super De Santis a strozzare la gioia in gola ai gialloneri, strappando il pallone (ben calciato da Pomenti) dal palo alla sua destra, in tuffo. Il San Lorenzo non riesce a sviluppare gioco: soffre il campo e fatica nell'offrire più soluzioni palla a terra al portatore. Per assistere alla prima occasione dei biancorossi dobbiamo attendere il 20', quando Franciotti si lancia all'inseguimento di un pallone solitario, su cui però arriva prima (e ben protegge) Esposito. Al 26' di nuovo Honey ad un soffio dal goal del meritato vantaggio. Punizione dalla destra, sul limite dell'area: tira Pomenti verso il palo di sinistra, centrandolo in pieno. Nel finale di prima frazione trova maggior pericolosità il giro palla dei locali. In due circostanze distinte è bravissimo Ventroni (che quando si allarga fa il vuoto intorno a sé) a tenere il pallone in campo, smistandolo in mezzo dove, (prima con Pomenti, poi con D'Andrea come papabili tiratori in entrambe le occasioni), non arriva il colpo vincente di fronte a De Santis. Nella ripresa il San Lorenzo si mostra più attento e la gara diventa più equilibrata. Si lotta di più a centrocampo e la gara cala un po' nei ritmi, spezzettata anche da un montante nervosismo.



Il brutto episodio Al 37' del secondo tempo, entrataccia di Coccia, attaccante del San Lorenzo, su Novaldi. L'arbitro, Colaceci di Aprilia, estrae il cartellino rosso all'indirizzo del numero nove ospite e fin qui, tutto nella norma. Novaldi resta a terra, Coccia gli passa affianco per uscire dal campo e qui compie l'orribile gesto (al di là della forza impressa, della finta o meno, resta un gesto fra i peggiori), simulando o in parte vibrando (dalla tribuna non se ne ha certezza) un pestone, un colpo di tacchetti non lontano dalla testa di Novaldi. Subito il giocatore del San Lorenzo viene accompagnato negli spogliatoi (Novaldi intanto si riprende subito) e per concludere “l'opera”, nel transitare a bordo campo, prende di mira un povero signore, (padre di un tesserato sì, ma di un altro gruppo dell'Honey!) sputandogli improvvisamente contro, attraverso la rete, senza apparente motivo, dato che questo papà a suo indirizzo non sembra aver detto nulla. Insomma, possiamo dire che Coccia abbia perso la testa in campo e che non ci abbia visto più, con le parzialissime attenuanti concesse per la giovane età. Resta però un evento su cui riflettere, di grave entità, che lascia francamente un po' basiti per le modalità in cui si è espresso.

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