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l'editoriale
14 Maggio 2018
Il Tor di Quinto è campione regionale Giovanissimi Elite 2017/18 ©Lori
C’è qualcosa, riguardo questa società, fuori dal comune. Si percepisce, si vede, si sa, ma è difficile da descrivere. Il legame che il Tor di Quinto crea con i suoi giocatori, con chiunque entri a far parte della grande famiglia di via del Baiardo, ed il senso di appartenenza che riesce ad infondergli, è semplicemente straordinario: un battito, un sentimento forte a tal punto da far vincere titoli.
La stagione ed il trionfo dei Giovanissimi rossoblù incarnano alla perfezione tutto questo. La classe 2003 ha dimostrato di essere la migliore nella Regione - un collettivo allestito in estate con minuzia e strategico ingegno dall’ex dg Guarracino e da lui annunciato in tempi eufemisticamente non sospetti come campione - e l’ha fatto spinta da una mentalità che possiamo definire solamente ‘tordiquintiana’: il ragazzo prima del giocatore, il gruppo prima della formazione, i valori prima dei risultati. Il fattore determinante per il successo finale è stato indiscutibilmente l’unione e la forza di volontà di questa squadra - una spanna avanti a tutti sotto questo punto di vista -, non spettacolare o leziosa in campo, ma concreta e capace di raggiungere sempre l’obiettivo, di vincere sempre e comunque al di là delle modalità. Che poi alla fine è l’unica cosa che conta: lo sanno bene sulle sponde del Tevere. E in mente abbiamo ben impresse due istantanee eloquenti. La prima, dopo il triplice fischio, è la corsa gioiosa e l’abbraccio travolgente di tutti i compagni verso De Iulis, grande assente della finale: questa squadra è una cosa sola, oltre gli intepreti che l’hanno composta di gara in gara. La seconda, dopo la premiazione, è il meraviglioso gesto di andare a consolare gli sconfitti, nessun ragazzo rossoblù si è tirato indietro: la cultura, la dignità e la signorilità della vittoria, ma ancor di più della sconfitta, è sempre stata affar del Tor di Quinto. Mentalità ‘tordiquintiana’ di cui, poi, Lorenzo Basili è la perfetta personificazione: un tecnico inverosimilmente giovane per come lo si vede in panchina, che per la seconda volta - dopo il grande ritorno sul tetto del Lazio nella passata stagione con la Juniores - sconfigge il destino e chiude il cerchio ricongiungendosi a Paolo Testa, ultimo vincitore in casa TdQ nella prima delle tre categorie principali. Mentalità ‘tordiquintiana’ che, infine, vive dell’imperitura energia e dell’onnipresente guida di patron Massimo Testa: semplicemente una garanzia di vittoria. Lui e il suo Tor di Quinto: una società fuori dal comune.
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