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La rubrica
30 Marzo 2020
Francesco De Carlo
Sembrano lontani i giorni delle partite, i giorni degli allenamenti: l'Albalonga fino allo stop ha combattuto settimana dopo settimana all'interno della zona playout, incontrando diverse difficoltà sul suo percorso: lo sa bene Francesco De Carlo, difensore centrale e all'occorrenza mediano, nonché capitano della squadra di Pavona. "Parto col dire che la squadra quest'anno è stata caratterizzata da un bel po' di cambiamenti, dai ragazzi fino allo staff tecnico. Abbiamo sentito la pressione addosso, ma non sempre siamo riusciti a dimostrare sul campo quello che valiamo: avremmo potuto fare di meglio. Per gran parte della stagione secondo me abbiamo giocato molto bene per quanto riguarda l'aspetto tattico collettivo della squadra, peccando secondo me solo sull'aspetto individuale di ognuno di noi, che ci ha portati a lungo andare a non concretizzare al meglio le partite e a lasciare parecchi punti fondamentali lungo la strada". E così è passato il tempo. "Sì, il 2019 si è chiuso con grande amarezza per non aver svolto una prima parte di stagione al meglio, che ci ha portati a dove stiamo ora a livello di classifica. Il 2020, al contrario, è iniziato con un grande cambiamento riguardante il mister che secondo me ci ha spinto a fare meglio a livello sia collettivo che individuale, che ci ha portato a conquistare ottime vittorie e tante altre soddisfazioni. Il ricordo più bello è sicuramente la partita con l'Urbetevere, che contro ogni pronostico, siamo riusciti a pareggiare all'ultimo minuto trovando un punto preziosissimo". Questo è il quinto anno per Francesco all'Albalonga. "Sì, insieme a un mio compagno sono un po' il veterano del gruppo. Questa società mi ha regalato splendide emozioni negli anni e che mi ha aiutato a crescere caratterialmente e tecnicamente. Ogni volta che scendo in campo con questa maglia mi ricordo quando sono arrivato e come sono stato accolto: per me, per questo, è un dovere rispettare questi colori". Ma Francesco non è un semplice giocatore dell'Albalonga: ne porta la fascia al braccio. "Essere capitano per me è un onore, perché vuol dire che c'è grande fiducia nei miei confronti e io non posso essere che grato per questa occasione che mi è stata data. Penso che un buon capitano debba saper ascoltare i propri compagni, non sentendosi mai superiore a nessuno solo perché indossa una fascia al braccio, che debba saper parlare ed esortare i compagni a dare il meglio di loro per te e per gli altri". Riguardo questo periodo, difficile per tutti noi: "È una situazione molto particolare che nessuno si sarebbe mai aspettato. Per quanto mi riguarda sto sfruttando questo tempo per dedicarmi molto allo studio e per stare con la mia famiglia, tutti insieme. Per quanto riguarda l'allenamento mi reputo molto fortunato in quanto ho la possibilità di svolgere all'aperto attività come corsa o esercizi assegnateci dal preparatore atletico. Ovviamente poi, sto passando anche del tempo davanti a serie TV o videogiochi!"
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