L'intervista
Savio, Barba non ci sta: "Non permetto che venga infangato il mio nome senza motivo"
Una squalifica pesante, 8 giornate. Pena esemplare considerando i precedenti. Difficile ricordare una sanzione tanto afflittiva se non a fronte di gesti di violenza estremamente gravi. Il comunicato che riporta le decisioni del Giudice Sportivo a seguito di quanto accaduto nella semifinale Under 15 tra Tor Tre Teste e Savio recita: “Perché al termine della gara assumeva comportamento particolarmente irrispettoso e minaccioso nei confronti di un Assistente arbitrale e nel contempo gli stringeva forte la mano provocandogli leggero dolore”.
Savio, lunga squalifica per Barba. Otto giornate al tecnico dei 2009
Dopo la movimentata semifinale contro la Tor Tre Teste è arrivata la decisione del giudice sportivo verso il mister
Tanto pagherà Pasquale Barba, tecnico dei Giovanissimi blues, un “fulmine a cielo sereno” per l'allenatore romano, che parla con estrema amarezza dopo aver appreso la notizia: “Una sentenza che come si suol dire si commenta da sola – esordisce il mister del club di via Norma – Non avevo neanche il minimo sentore che potessero essere presi provvedimenti nei miei confronti, poi mi sono ritrovato 8 giornate di squalifica, incredibile. Di solito punizioni come queste si riconoscono in casi che definirei estremi, neanche lontani parenti di quello che avrei commesso io”. Un condizionale d'obbligo per Barba: “Io sono stato il primo a rientrare negli spogliatoi dopo la fine dei rigori, che si battevano nella metà campo opposta a quella della mia panchina – spiega il tecnico – Quando sono uscito dal campo erano ancora tutti dentro”. Poi una precisazione dovuta: “Non entro nel dettaglio, il Savio ha presentato un ricorso, richiesto di acquisire gli atti e ha deciso di farsi affiancare da uno studio legale a tutela mia e del club – puntualizza l'allenatore – Mi sembra tutto così assurdo, ho venti anni di calcio giovanile alle spalle e mi ritrovo qui a dover fornire spiegazioni su un gesto che non ho commesso. Sono stato uno che si è sempre preso le responsabilità delle proprie azioni e per me parlano i fatti, parla la mia storia”. Un'amarezza dovuta anche a di chi esprime la propria opinione magari con superficialità, triste consuetudine dell'universo social: “Vorrei semplicemente riuscire a comprendere cosa passa nella testa di chi punta il dito contro di me, perché dal mio punto di vista o non hanno letto la sentenza, o in caso contrario commentano per il gusto di farlo, ricamando sul nulla. E sinceramente non posso accettare né permettere che il mio nome venga infangato senza alcun motivo”.