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30 Marzo 2016
La Roma festeggia la vittoria del Memorial Gusella
La Roma ha chiuso il Memorial Gusella guardando tutti dall'alto verso il basso. Siamo alle solite, verrebbe da dire, in una stagione in cui l'undici di D'Andrea si conferma sempre di più come un autentico schiacciasassi. Ma, al di là di un trofeo che va ad arricchire la già ricca bacheca del settore giovanile di Trigoria, c'è qualcosa di decisamente più importante dietro il successo nella kermesse di Torino.
Sofferenza Una parola questa che, spesso, è difficile accostare ad un gruppo ben assortito com'è quello giallorosso. La Roma di D'Andrea, così come sta facendo in campionato, anche al Gusella ha segnato un percorso netto. Basti pensare che, in quest'ultimo appuntamento, sono solamente due le reti subite da una formazione che ha saputo dominare sul campo i vari avversari. Discorso diverso lo merita però la finale. Contro l'Espanyol la Roma, forse come mai quest'anno, ha dovuto stringere i denti e lottare. Vuoi per la caratura degli avversari, vuoi per l'inferiorità numerica, i giallorossi hanno dovuto per una volta mettere da parte il fioretto a favore della ben più consistente sciabola. Un cambio d'abito non così scontato ma che sarà a dir poco fondamentale soprattutto in vista di un finale di stagione che si preannuncia decisamente tirato. Le finali, inutile dirlo, saranno match per cuori forti dove ogni singolo pallone avrà un peso specifico non indifferente. Ecco perchè, vedere la propria squadra passare in vantaggio, vedersi recuperare e poi spuntarla ai rigori nonostante l'uomo in meno, è un messaggio che siamo sicuri non avrà certo lasciato indifferente D'Andrea. Nella corsa allo scudetto, sarà il cuore a fare la differenza in una scalata dove la sola tecnica non può davvero bastare.
Valore aggiunto Ad impreziosire la vittoria del Gusella c'è stata poi la prestazione di alcuni singoli. Bamba, Cangiano e Barbarossa hanno brillato in tutta la manifestazione dando l'ennesima prova di saper formare uno dei tridenti più micidiali d'Italia. Dietro di loro però impossibile non sottolineare la prova di Riccardi che continua ad illuminare o di quel Semeraro che macina chilometri sulla corsia di sinistra con una continuità disarmante. Nomi che durante l'anno abbiamo imparato a conoscere bene ma a cui, stavolta, se ne sono affiancati anche altri con straordinaria efficienza. A vincere il premio di capocannoniere non a caso è stato quell'Andrea Silipo già rivelazione della Nike Premier Cup. Sette reti e sprazzi di qualità per un mancino che sta sempre più diventando una delle armi più affilate a disposizione del tecnico. Conferme importanti sono arrivate anche in difesa dove i vari Coccia, Cusumano, Greco e i due portieri Giuliani e Anatrella, hanno contribuito in maniera tangibile alla continuità di rendimento di una difesa che, non per niente, ha incassato solamente due e gol ed entrambi su rigore.
Dietro questa vittoria quindi c'è molto di più di un “semplice” trofeo che comunque palesa la mentalità vincente di un gruppo su cui la società ha saputo lavorare con pazienza e soprattuto costanza. La Roma, dopo il 2014, torna così a vincere il Gusella e chissà se, anche stavolta, questo successo porterà fortuna proprio come allora...
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