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approfondimento
11 Aprile 2016
La Roma festeggia il derby. Da stasera tutte le foto della stracittadina online nella nostra fotogallery ©DeCesaris
Il derby dei Giovanissimi Nazionali è ormai in archivio. Una partita che, in piena linea con la tradizione, non è passata certo inosservata. Tra sentenze e rivelazioni, tanto in casa della Roma quanto in quella della Lazio, i postumi sono infatti ancora tutti da smaltire. Ecco dunque, tra festeggiamenti da smaltire e cocci da raccogliere, quali spunti ha saputo lasciare quella che nella Capitale è la sfida più attesa dell'anno.
Qui Roma Che i giallorossi fossero un'autentica corazzata non lo si è scoperto certo ieri. Ma allora, a D'Andrea e i suoi, cosa ha lasciato questo derby? Oltre alla matematica qualificazione come prima della classe e alla consueta “goduria” nel battere i rivali di sempre, ci sono almeno un paio di considerazioni che vanno fatte. La prima è sicuramente quella che riguarda D'Andrea. Da qui in avanti, non vorremmo essere nei panni dell'allenatore che ora si troverà di fronte ad un dilemma tutt'altro che di facile soluzione. Ieri si è visto un Cangiano finalmente recuperato, tornando a regalare quelle accelerazioni, quei guizzi e quei dribbling che ormai sono il suo marchio di fabbrica. D'altro canto, rinunciare a un Silipo in forma super non sarà certo facile. Vedremo come il tecnico saprà gestire questo dualismo in un momento tanto delicato della stagione. Altra nota lieta è stata quella di Meo. Il centrocampista magari non sarà stato particolarmente appariscente ma ha dato sostanza ad una mediana che ha stravinto il confronto con i cugini. A questo va poi aggiunto quello spostamento a terzino destro che, pur non rappresentando il suo habitat naturale, non la ha visto andare per niente in difficoltà, anzi. Dulcis in fundo c'è stata la prova di Coccia. Il suo era un compito delicato, prendendo il posto di uno come Laurenzi, ma il ragazzo si è rimboccato le maniche è ha saputo farsi trovare pronto. Preciso e roccioso quel tanto che basta per chiudere la strada agli attaccanti laziali. Proprio la crescita e la capacità di entrare in partita anche di quei giocatori che durante l'anno hanno spesso avuto meno spazio potrebbe essere la chiave di volta per colmare quel gap che ora c'è rispetto alle big d'Italia, soprattutto in un periodo dell'anno dove le energie vanno davvero centellinate.
Qui Lazio Quella di ieri è una giornata che i biancocelesti vorranno dimenticare alla svelta. La lezione subita dalla Roma è stata di quelle dure da digerire, più che nel risultato, per i modi in cui è arrivata. Praticamente nulli i pericoli corsi dal portiere a dimostrazione che per questo gruppo c'è ancora da lavorare, soprattutto in vista delle finali. A mancare in particolare il centrocampo che, se in altre occasioni ha saputo trascinare la squadra, questa volta non è riuscito né a interrompere il possesso palla giallorosso né a proporre ordine e gioco con la dovuta forza. Tutto da buttare quindi in casa Lazio? Ovviamente no, visto che l'atteggiamento avuto da Nicodemo, o Cerbara quando è entrato, rappresenta sicuramente il punto da cui ripartire. Grinta, cattiveria e spirito di sacrificio talvolta possono aiutare a colmare quel divario tecnico che stavolta il campo ha rivelato. Per Ruggeri però le notizie più belle arrivano dalla difesa. Qui, se Armini ha dimostrato per l'ennesima volta di essere il punto di riferimento tecnico e carismatico della squadra, uno come Franco è la novità che può far guardare al futuro con ritrovato ottimismo. Dietro di loro si conferma anche Cirillo che, così come all'andata, ha dato prova di essere l'ennesimo gioiello sfornato dalla scuola portieri della Lazio.
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