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la finale

Roma-Atalanta: la danza dei giganti che vale lo scudetto

Le due squadre erano le candidate principali alla finalissima. Stasera, al Manuzzi (ore 20:30), le corazzate di D'Andrea e Lorenzi si giocheranno l'ultimo atto della corsa al tricolore

28 Giugno 2016

Roma e Atalanta alla caccia del loro sesto tricolore ©DeCesaris

Roma e Atalanta alla caccia del loro sesto tricolore ©DeCesaris

I fari del Manuzzi si accendono, finalmente ci siamo, per Roma e Atalanta è arrivato il momento di fare sul serio. Nulla a che vedere con l'ultimo scontro nei gironi, quando i bergamaschi erano già qualificati: adesso ci si gioca lo Scudetto.


Roma e Atalanta alla caccia del loro sesto tricolore ©DeCesaris

A chi il sesto scudetto? Non ce ne vogliano le altre ma, alla vigilia di questa Final Eight, in pochi si sarebbero aspettati due nomi diversi da quelli di Atalanta e Roma per giocarsi l'ultimo atto dello Scudetto. La clamorosa eliminazione dell'Inter contro il Pescara non ha poi fatto altro che dilapidare gli ultimi dubbi. Una finale annunciata ma che non arriva certo per caso. Una di fronte all'altra si trovano due tra i migliori gruppi classe 2001 d'Italia, figli di una programmazione che tanto a Trigoria, quanto in quel di Bergamo, sanno bene come far fruttare. Roma-Atalanta diventa così la vittoria del settore giovanile, nel senso più vero del termine, perchè indipendentemente da chi l'anno prossimo avrà lo scudetto cucito sul petto, questa finale è la prova di come queste due società rappresentino, ormai da decenni, i modelli da seguire quando si parla di settore giovanile. Roma e Atalanta sono fermi a cinque titoli nazionali con i Giovanissimi (l'Inter è la più vincente visto che ne ha addirittura otto, ndr), chi si aggiudicherà il sesto?


Un'altra storia L'errore più grande che si potrebbe fare nell'analizzare la finale sarebbe quello di basarsi sulla sfida andata in scena durante l'ultimo turno dei gironi. In quell'occasione Lorenzi ha rinunciato a diversi titolari, incluso quel Cortinovis che era fermo ai box per infortunio, ridisegnando completamente l'assetto dei suoi. In questa finale lecito dunque attendersi dei nerazzurri ben diversi, più che difendersi cercando di ripartire sugli esterni, ora l'Atalanta punterà a fare la partita. Difesa decisamente più solida con i rientri di Bergonzi e Raccagni (in gol anche in semifinale), ed un attacco più velenoso grazie al ritorno di Cortinovis e Piccoli.


Questione di centimetri Roma e Atalanta si presentano a questa finale con due gruppi dalla qualità assoluta. Tanti i giocatori in grado di fare la differenza in ogni zona del campo. A spostare l'ago della bilancia da una parte o dall'altra ci saranno però due fattori ben precisi: la fisicità dell'Atalanta e la capacità di palleggio della Roma. In questo confronto risiede la chiave della finale. Lorenzi proverà ad aggredire alto, sfruttando la forza fisica e l'intensità di gioco che possono garantirgli elementi come il centrale Okoli, il centrocampista Gyabuaa (autentica forza della natura), l'esterno Kichi N'Da e la punta Piccoli. Di contro la Roma dovrà essere brava ad aggirare la maggiore fisicità degli avversari attraverso la qualità dei propri centrocampisti. Fari puntati dunque su elementi come Chierico (in dubbio sino all'ultimo per un spalla acciaccata), Riccardi e Meo (anche lui non al top) che dovranno dare qualità e ritmo alla manovra gestendo il possesso palla senza forzare le giocate. Se Meo e Chierico non dovessero farcela, pronti Greco, Cataldi e Simonetti, in tre a giocarsi due maglie da titolare vicino al numero 10.


Fantasia al potere Ad infiammare questa finale ci sarà anche il faccia a faccia tra due dei numeri dieci più interessanti d'Italia. Da una parte ci sarà il “Picco Principe” di Trigoria, Alessio Riccardi, dall'altra il “Duca” di Bergamo, Alessandro Cortinovis. Il fantasista giallorosso è sicuramente uno dei trascinatori di questa Roma che si appoggia a lui tanto in fase di costruzione quanto in quella di finalizzazione. Giocatore in grado di dare il meglio di sé quando ha campo per accendersi palla al piede, non è comunque insolito vederlo abbassarsi sino a scambiare la posizione con Chierico per far partire la manovra. Cortinovis è invece più trequartista, abile a muoversi tra le linee sa rendersi pericoloso soprattutto al limite dell'area o magari defilandosi sull'esterno. Rispetto a Riccardi è un numero dieci decisamente più offensivo tant'è che sa districarsi anche come seconda punta.


Enfants Terribles Un altro duello che potrebbe mettere benzina sul fuoco è sicuramente quello tra i due 2002 più letali del momento. Mory Bamba è il braccio armato della formazione giallorossa e, dopo un paio di giri a vuoto, ha saputo prendersi anche un palcoscenico come quello delle finali. Nell'Atalanta attenzione a Traorè che, dopo un Halima Haider spettacolare, si è ritagliato un ruolo da protagonista anche qui a Cesena. Tanta qualità per un talento che ha sfruttato al meglio lo spazio lasciatogli dall'infortunio di Cortinovis. In finale dovrebbe partire dalla panchina ma occhio a lui perchè, a gara in corso, è una delle prime carte che Lorenzi potrebbe giocarsi. Roma e Atalanta sono dunque pronte a scendere in campo, una di fronte all'altra, per prendersi lo scettro di Campioni d'Italia.

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