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La Top 11: ecco il dream team della Final Eight Under 15

Dopo l'ultimo atto che ha visto l'Atalanta laurearsi Campione d'Italia, abbiamo selezionato gli elementi che più hanno brillato sui campi dell'Emilia Romagna

Dopo l'ultimo atto che ha visto l'Atalanta laurearsi Campione d'Italia, abbiamo selezionato gli elementi che più hanno brillato sui campi dell'Emilia Romagna. Ecco la  TOP 11 (con Modulo 4-2-3-1) delle fasi finali del campionato. 

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1. Alessio Giuliani (Roma, portiere) Mai come in questa Final Eight, è costretto agli straordinari da una difesa che ogni tanto concede qualcosa di troppo. Non si spaventa, si rimbocca le maniche e regala almeno un paio di miracoli. A dispetto di un fisico tutt'altro che da corazziere, in mezzo ai pali si è dimostrato un autentico gigante. Coraggio, sicurezza nelle uscite e riflessi incredibile. Felino


2. Federico Bergonzi (Terzino destro, Atalanta) L’affidabilità fatta giocatore. Lorenzi non riesce mai a fare a meno di questo terzino e con lui sulla fascia, la corsia di destra atalantina è sempre al sicuro. Chiude una stagione giocata al massimo sudando più del dovuto contro la fantasia e la velocità di Cangiano. Alla fine però limita, come sempre, i pericoli, facendo girare alla larga chiunque passi di lì. Sentinella.


5. Memeh Okoli (Difensore centrale, Atalanta) Fa paura. Per un attaccante 2001 non è mai facile vedersela contro un gigante del genere. Come a dire “Però così non vale”. Il centrale atalantino però non prova tenerezza nei confronti di nessuno, riuscendo ad usare sia sciabola che fioretto quando palle e giocatori passano dalle sue parti. Colosso.


6. Francesco Laurenzi (Difensore centrale, Roma) Da Morena a Cesena: criniera al vento, carisma da capitano e coltello tra i denti. Si prende una leggera pausa solo contro l’Empoli, poi in semifinale contro il Vicenza torna ad essere il solito lottatore: quello che lascia solo le briciole agli avversari. Incita la squadra dal fischio d’inizio contro il Cesena e in finale somatizza la rabbia per quella medaglia d’argento intorno al collo, facendola diventare carica emotiva per i compagni. Cuor di leone.


3. Francesco Semeraro (Terzino sinistro, Roma) In una Roma che ha impiegato un po' ad ingranare lui non ha fatto complimenti e ha trascinato i giallorossi con grinta e cattiveria. Con lui la corsia sinistra giallorossa è stata letteralmente blindata anche contro avversari decisamente scomodi come Manara del Cesena o i temibili esterni dell'Atalanta. Fisico, carisma, sfrontatezza ma soprattutto una grande costanza di rendimento per un treno che in pochi sono riusciti a far deragliare. Pendolino



4. Manu Gyabuaa (Centrocampista centrale, Atalanta) Un'autentica forza della natura. Arrivato dal Parma in estate ha lasciato tutti a bocca aperta per quantità e costanza di rendimento. Giocatore muscolare che, praticamente da solo, è in grado di reggere l'intero reparto. Se Traorè, Ghislandi e Cortinovis danzano in punta di fioretto lui è l'ascia che di fatto taglia a metà la finale. Potenza e un carico di chilometri che farebbe impallidire un maratoneta. Carrarmato.

8. Alessio Riccardi (Centrocampista centrale, Roma) Che il numero dieci di Trigoria avesse qualità non è certo una novità ma a questa Final Eight il fantasista giallorosso ha mostrato molto di più. Soliti spunti, tre gol e una personalità da far venire i brividi caricandosi la squadra sulle spalle nei momenti più difficili. Con Chierico acciaccato la Roma rimane senza regista, lui fa spallucce e si ricicla “volante” davanti alla difesa. Piccolo Principe


11. Diallo Traorè (Esterno destro, Atalanta) Tutti in piedi per lui: semplicemente il 2002 più forte d’Italia. A quattordici anni, in finale, rompe gli indugi e ai supplementari sigla uno dei gol più belli dell’intero panorama Under 15 targato 2015/2016, regalando praticamente all’Atalanta il sesto tricolore della sua storia nei Giovanissimi. Sinistro a giro sotto l’incrocio da fuori area e Scudetto: una perla che però è solo la punta di un iceberg fatto di talento. Ora rimettetevi seduti: per gli anni a venire lo spettacolo è assicurato. Diamante. 


10. Alessandro Cortinovis (Trequartista, Atalanta) Nell'ipertrofica Atalanta sembra quasi un pesce fuor d'acqua ma basta vederlo caracollare palla al piede per rendersi conto di quanto sia indispensabile nello scacchiere tattico di Lorenzi. Fermato da un infortunio dopo la prima giornata, è tornato a calcare i campi di Cesena solamente in semifinale. Il riccioluto fantasista orobico è rientrato alla grande regalando, con un'eleganza d'altri tempi, giocate a ripetizione e chiudendo con il gol che mette in ghiaccio il tricolore. Duca di Bergamo


7. Mattia De Rigo (Esterno sinistro, Vicenza) E’ lui l’emblema della fantastica stagione del Vicenza. Con le sue giocate apre la strada di un’impensabile semifinale ai biancorossi, affermandosi nella Final Eight come trascinatore tecnico e carismatico del team di Zanini. Una delle sorpresa più belle viste a Cesena: tecnica sopraffina, visione di gioco e grande abilità sotto porta. Favola.



9. Alessandro Barbarossa (Centravanti, Roma) Scegliere tra lui e uno come Salcedo, che con i suoi gol ha trascinato il Genoa in semifinale, non è stato facile. L'attaccante giallorosso però oltre ad un paio di gol pesanti, come quelli contro Cesena e Vicenza, si è dimostrato il vero e proprio punto di riferimento dell'attacco di D'Andrea. Sportellate, assist, corsa e quella traversa in finale che grida ancora vendetta. Bombardiere


ALLENATORE Nicola Zanini (Vicenza) Ex calciatore, cresciuto proprio nel Vicenza, è stato il timoniere dell'autentica rivelazione di questa Final Eight. Subentrato in corsa ad inizio stagione, con i biancorossi penultimi nel girone, ha codotto i suoi in una scalata incredibile conclusasi con il secondo posto. Ai play off fa fuori due big come Torino e Napoli arrivando a Cesena guidando una vera e propria "ammazzagrandi". Si arrende solamente in semifinale di fronte ad una Roma stellare. Condottiero.




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