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dopo gara
14 Giugno 2019
La Roma festeggia con i tifosi lo Scudetto Under 15 (FOTO De Cesaris)
"Non capita tutti i giorni" di avere due consulenti, direbbe Edoardo Bennato. Oppure, meglio, di vincere uno Scudetto a 15 anni, direbbero - anzi, dicono - i gioielli della Roma di Tugberk Tanrivermis. Una cavalcata trionfale, che rende merito a tutti per un lavoro svolto da inizio anno con lo scetticismo di partenza e tante incognite. Parola al capitano, numero dieci e guida di questo gruppo, Pagano: "Un'emozione indescrivibile, un traguardo assurdo che meritavamo e che sentivamo sin dall'inizio. Siamo stati grandi a farci forza sempre, in ogni momento stagionale. Non è stato per niente facile ma abbiamo sempre creduto nei nostri mezzi. Ora godiamoci questo successo e poi testa alla Supercoppa. Dedico il trionfo alla mia famiglia, un sostegno fisso al netto di un anno a distanza per via del mio alloggio nel convitto." Gli fanno eco tutti, a cominciare dal numero undici romanista, Cherubini: "Ringrazio tutta la mia famiglia per i sacrifici, ringrazio il direttore e tutto lo staff. La squadra, il gruppo e tutti gli addetti ai lavori meritavano e meritavamo di alzare la coppa. Noi abbiamo dimostrato di essere la Roma in ogni uscita, anche in finale e ora che abbiamo vinto siamo soddisfatti. Il Milan è una grande squadra ma il nostro gioco ha detto la meglio per noi, è giusto così. La chiave del successo è stato l'impegno, il sacrificio di tutti. Dentro Trigoria il sostegno reciproco non è mai mancato. Saluto Yuri, i miei amici e dedico la vittoria a loro e ai miei familiari. E' stato un grande obiettivo raggiunto, per me e per la squadra, sono maturato tanto e anche negli atteggiamenti ho capito tante cose. ." E poi ancora Koffi, eroe della gara, e Missori, simbolo della difesa: "Una soddisfazione indescrivibile, un'annata bellissima tra Nazionale e Roma. Un successo indescrivibile che ci proietta già alla Supercoppa perché vogliamo arrivare ad essere Supercampioni d'Italia. Le voci di scetticismo iniziale non le abbiamo mai ascoltate, la cavalcata è stata prodotta anche con passi falsi e queste uscite ci hanno spinto a non mollare mai. Anche il rapporto con il mister è stato decisivo, è un grande uomo e tutte queste chiavi le dobbiamo a lui." Infine, non per ordine certo d'importanza, Padula, numero nove giallorosso: "Potevo sì fare qualcosa di più nella mia finale ma resta la vittoria del gruppo, della Roma e di tutti noi ragazzi. Ho sempre dato tutto, come tutti. Ci siamo messi sotto in allenamento e nelle partite, smentendo sempre le voci scettiche, ci abbiamo sempre creduto. Dedico tutto questo successo alla mia famiglia."
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