dopo gara
Roma, Tanrivermis commosso: "Era l'obiettivo, che bello!"
Il tecnico giallorosso si complimenta con i suoi e con i rivali della finalissima. Tante le chiavi del successo, una forse inaspettata...
Le lacrime agli occhi, la voce tremante e il corpo sudato. Bastava guardarlo da vicino per capire quanto ci tenesse, quanto la vivesse dentro e quanto ci credesse. Tugberk Tanrivermis si è preso la sua Roma e l'ha portata lì in alto, sulla cima dell'Italia dei classe 2004 arrivando ad alzare sul cielo di Ravenna la coppa che significa Scudetto, primato, vittoria. Un traguardo al quale molti, al di fuori del mondo Roma, stentavano a credere ad inizio stagione, eppure... "Era il nostro obiettivo sin dall'8 agosto, di tutti, sin da quando abbiamo iniziato a lavorare per questa stagione" dice mentre con la coda dell'occhio scorge la squadra festante e saltellante sotto la tribuna tra tifosi e fotografi, tra abbracci e sorrisi. "Volevamo coniugare risultati e crescite sportiva e formativa di questi ragazzi e ci siamo riusciti alla grande. Non era per niente facile ma ora perferisco stare qui a dire che non è facile da spiegare come emozione, piuttosto che non aver raggiunto l'obiettivo". Sull'analisi della partita, il mister afferma: "I ragazzi hanno sbaragliato delle avversarie grandissime, che meritano tanto rispetto e contro le quali serviva non solo qualità e quantità bensì anche sacrificio, tanto sudore." Nella finalissima, il Milan ha retto soltanto un tempo, il primo, per poi fermarsi e lasciare il campo ad una Roma sempre più arrembante nel corso dei 75' giocati. "Il Milan ci aspettava, sono una formazione solida e provavano a mantenere le posizioni. Noi dovevamo spezzare questo equilibrio e abbiamo velocizzato la strategia nel secondo tempo per non limitarci ad un mero palleggio a centrocampo". Nella ripresa, a tal proposito, sono state decisive anche le mosse effettuate dalla panchina: "Con Liburdi abbiamo creato un reparto offensivo ancora più veloce, proprio per non dare spazio di ragionamento difensivo ai rossoneri". Grande scatto di ritmo della Roma, dunque, tra primo e secondo tempo: "Loro facevano buon pressing centrale e provavano le ripartenze, ma abbiamo limitato questo lavoro soltanto nei primi 35'. I tagli sono stati fondamentali". Infine, le chiavi calcistiche e non, di una stagione trionfale che meglio di così non poteva concludersi, Supercoppa a parte - con l'impegno contro la vincentre di Paganese-Piacenza da disputarsi al Bruno Bucci di Russi domani alle 17.30: "La chiave sportiva era il reparto difensivo, non sembra che noi ci tenessimo molto o che comunque il nostro gioco fosse focalizzato sulla manovra o sui posizionamenti difensivi, ma il lavoro fatto là davanti con velocità e schemi parte tutto da dietro. Se non avessimo impostato per bene il lavoro dalla linea dei quattro difensori non sarebbe stato possibile mai sviluppare quel gioco in attacco. Questo si è visto in tutte le gare, malgrado qualche passo falso in campionato. Sul gruppo, che dire, invece, è tutto straordinario. Lo Scudetto era il mio sogno ed averlo realizzato rende tutto questo indicibile a parole, un'emozione unica perché ho dedicato tutto il mio tempo a loro e la soddisfazione oltre che sportiva è umana e sentimentale."