Under 14 Pro
Derby Roma-Lazio: quando vincere non è l'unica cosa che conta
Il match di sabato pomeriggio ci ha rivelato alcune verità, molto più importanti di tanti altri aspetti che hanno comunque caratterizzato la sfida
Era senza dubbio il match di giornata, Roma contro Lazio, seconda contro prima... E una rivalità eterna. Forse l'ultima occasione per Rubinacci di raggiungere Gonini. Forse l'ultima occasione per Gonini di spiccare definitivamente il volo. I biancocelesti in vetta a +3 sui cugini, insomma, una partita che prometteva spettacolo. Aspettative subito soddisfatte dai primi dieci giri di lancette, di fuoco: Serra gela il Di Bartolomei con un colpo di testa ravvicinato, assist al bacio di capitan Ercoli (tra le altre cose autore di una grandissima prestazione) ed ecco che gli incubi del passato tornano ad aleggiare sulla testa dei giallorossi. Perchè i precedenti erano tutti a favore della Lazio (3-2 nella gara d'andata di campionato e 2-0 nella finalissima dell'Halima Haider) e la terza sconfitta nel derby sarebbe stato un boccone amaro da mandar giù. Ma ecco che una manciata di minuti dopo lo 0-1, il solito, meraviglioso, inviperito Nardozi, firma il pari con un diagonale perfetto. Nel frattempo si protesta per un ipotetico fallo di mano di un difensore biancoceleste, ma il cronometro scorre e le notevoli qualità dei ventidue in campo si vedono e come. Il team di Simone Gonini dimostra di essere più coeso, una squadra che fa della fisicità la sua arma principale per abbattere il nemico, in cui tutti sanno ciò che devono fare e svolgono il proprio compito nel migliore dei modi. Dall'altra parte la formazione di Rubinacci che, se anche si è dimostrata talvolta egoista a causa di qualche tocco di troppo da parte dei suoi interpreti, ha messo in atto un bel gioco grazie alle indicazioni dell'allenatore. Palla a terra, insistenza nel cercare il varco vincente, ma allo stesso tempo pazienza nell'aspettare il momento giusto. La Roma macina chance da gol, alcune delle quali davvero nitide, ma la retroguardia ospite si difende a dovere e prova a colpire in un paio di circostanze. Nel finale arriva l'episodio che potrebbe cambiare il corso degli eventi: su un corner dalla destra, De Franceschi si lascia sfuggire il pallone in una situazione apparentemente innocua e la sfera oltrepassa la linea, almeno così è sembrato in quel momento. Per il direttore di gara non è così e lascia giocare. Si protesta in campo, sugli spalti ed il giorno dopo. A Trigoria finisce in parità, nè vincitori nè vinti. Parlare di errori arbitrali lascia il tempo che trova, adirarsi per stabilire se quel benedetto pallone fosse entrato o meno, non serve. Serve invece riflettere sull'entusiasmante sfida andata in scena, sulla fantasia della Roma e sull'organizzazione della Lazio. Perchè si tratta di Under 14, la crescita è l'obiettivo principe e, in fondo, vincere non è l'unica cosa che conta. E questa volta davvero.