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Lazio, la fascia s'infiamma. Vincenzo Zangari è tornato dominante

Federico Meuti

I cambiamenti portano sempre a qualcosa di nuovo e di atteso, sono contraddistinti da quel fascino tipico delle rivoluzioni, quell’aria diversa pronta ad inviarti in un’altra dimensione. I nuovi scenari però sono positivi, ma talmente travolgenti da doversi affidare a dei punti fermi, quelli che ormai si conoscono e sanno come far funzionare le cose. Il gruppo dei 2008 della Lazio in estate ha visto diversi elementi prendere posto in quel del Green Club, per una rosa resa ancor più competitiva e lunga a disposizione delle Aquile. Essendo uno dei gruppi di maggiore prospettiva dalle parti di Formello, il direttore Mauro Bianchessi ha voluto puntellare la formazione in ogni suo reparto, al fine di avere una squadra già pronta e dirompente nel primo campionato solo nazionale. E nel frattempo che gli innesti raggiungessero la loro forma migliore, a differenza di qualche pedina esplosa subito, ci si è ancorati ai “vecchi”, in grado di fornire prestazioni di grande spessore, aumentando man mano il loro valore. Sotto l’ala di mister Gonini diversi elementi della storica guardia hanno mostrato solidi progressi, quali Lo Monaco, Ciucci, Di Claudio, Noto, Saitta, apparso per lunghi tratti nei mesi autunnali un giocatore in forma eccezionale, sempre con il mirino puntato verso la porta. Chi invece ha atteso qualche mese prima di sbocciare come un fiore splendente è stato uno dei volti della passata stagione: Vincenzo Zangari. L’attaccante all’inizio forse ha pagato l’estrema grinta che mette sul piatto ogni domenica in campionato, quasi a sentire troppo la partita della sua squadra. Dopo aver chiuso il 2021/2022 nel ruolo di esterno d’attacco, avendo fatto anche la punta, il giocatore è stato confermato dal suo nuovo tecnico sulla fascia, seppur mostrando qualche difficoltà inizialmente nel riuscire a rendere al massimo. Zangari però ha saputo aspettare, lavorare, crescere fino a maturare definitivamente. All’interno di ogni gara è sembrato più coinvolto nel gioco capitolino, mettendosi a disposizione dei compagni, offrendo spesso incursioni pericolose dalla sua corsia, così come Saitta dall’altra parte. Il numero undici è tornato sui suoi soliti standard, alzando al contempo anche l’asticella del rendimento. Le sue percussioni palla al piede sono ormai una delle sorgenti più limpide dell’attacco biancoceleste, che è tornato a vedere la sua Aquila dominante. Il turning point senza dubbio è stato il rigore trasformato in quel di Trigoria, grazie al quale la truppa di Gonini s’impose di misura ai danni della Roma, riaprendo tutti i tipi di discorsi possibili in ottica primato. L’esterno infine è tornato a fare una delle cose che gli viene meglio: segnare. Il suo score dice sette sigilli in campionato, raggiungendo gli altri due tenori del reparto laziale, ovvero Polinari e Saitta, per un trio pronto a trascinare i suoi d’ora in avanti. L’avvento del 2023 è stato sicuramente un toccasana per il giocatore, sempre più decisivo, sempre più determinante, rivelandosi uno dei pezzi pregiati di questa Lazio.

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