L'INTERVISTA

Lazio, Pietro Bacchi: "Vogliamo essere protagonisti"

UFFICIO STAMPA FIGC

L'attaccante biancoceleste classe 2011 si racconta, lanciando la sfida nel campionato Under 15

Ci sono ragazzi che giocano a calcio. E poi ci sono quelli che vivono per il calcio. Pietro Bacchi appartiene alla seconda categoria.

Nato a Foligno, in provincia di Perugia, il 13 maggio 2011, è cresciuto nel Petrignano, società dilettantistica umbra, e, dopo una parentesi al Perugia, oggi è l’attaccante della Lazio Under 15 di Alessio Fazi, terza in classifica nel Girone C con 10 punti insieme al Lecce. Dopo appena cinque giornate di campionato è già il miglior realizzatore dei biancocelesti, con 3 gol in 308 minuti giocati. Non uno qualunque: uno che pesa, che lascia il segno. E nel girone solo uno ha fatto meglio di lui: Matteo Mignemi della Fiorentina, con 5 reti.

Ma quello che colpisce di Pietro non sono solo i numeri. È l’atteggiamento, la mentalità. “Ogni giorno voglio essere migliore di ieri – afferma – prima come persona e poi come calciatore”.

Ecco, questo è il punto: quando un ragazzo di 14 anni parla così, capisci che dentro ha qualcosa. La fame, quella vera.

La sua storia comincia presto, a quattro anni, con la maglia del Petrignano, squadra del suo paese. Poi, a nove, il salto al Perugia, dove cresce, migliora e impara cosa significa stare in un club professionistico. Fino ad agosto scorso, quando arriva la chiamata della Lazio. E Pietro non ci pensa due volte: prende lo zaino, i sogni e parte.

Chi lo vede giocare nota subito due cose: il movimento senza palla e la freddezza sotto porta. Non sono doti comuni a quell’età. Non a caso il suo idolo è Marco van Basten, tre volte Pallone d’Oro nel 1988, 1989 e 1992. “Ne studio di continuo i movimenti”, racconta. E nella Prima Squadra della Lazio, il riferimento è Valentín Castellanos, detto il Taty, uno che gioca con intensità, che attacca la profondità e non si tira mai indietro. Il parallelo, con le dovute proporzioni, può starci: anche Pietro è uno che non si tira mai indietro, che sente la porta e che vive l’area di rigore come il suo habitat naturale.

Dietro ogni ragazzo così c’è una famiglia che lo sostiene, che gli tiene i piedi per terra. Papà Alessandro, mamma Francesca e una sorella di sedici anni, Chiara, “la mia prima tifosa”. Suo padre ha giocato nei dilettanti: in casa Bacchi la passione per il calcio è sempre stata condivisa e tramandata. E poi c’è quell’aneddoto che dice tutto: da bambino, sulla spiaggia, Pietro prendeva le ciabatte dei bagnanti per fare i pali. Un giorno, per errore, usò la protesi di legno di un signore. Lui rise. Tutti risero. Ma quel giorno si capì una cosa: quel bambino avrebbe fatto di tutto pur di giocare a calcio.

Oggi Pietro guarda avanti. “Vogliamo arrivare alle fasi finali da protagonisti – confessa –. Ogni giorno che passa siamo sempre più uniti… io ci credo!”. Parole da leader, da chi sente il gruppo e non si accontenta, perché 3 gol in 5 partite non lo soddisfano. “Mi alleno quotidianamente per migliorare. Da una parte sono contento, dall’altra avrei voluto realizzarne di più”.

Ecco la differenza. Non si ferma, non si accontenta, non cerca il gol per esultare ma per crescere. Perché Pietro Bacchi non è solo un attaccante che segna. È un ragazzo che vive per diventare calciatore. E quando hai questa fame, questa educazione e questa mentalità, allora sì… il futuro può davvero essere tuo.

STORIA. Pietro Bacchi è nato il 13 maggio 2011 a Foligno, in provincia di Perugia. Inizia a giocare a calcio all’età di quattro anni nel Petrignano, società dilettantistica umbra, prima di entrare a far parte del settore giovanile del Perugia a febbraio 2021. Dopo quattro anni e sei mesi in biancorosso, ad agosto firma per la Lazio, con cui finora ha realizzato 3 reti in 5 partite (308 minuti giocati) nel Girone C del Campionato Nazionale Under 15 Serie A e B.

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