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l'intervista
30 Maggio 2017
Un'esultanza di Vincenzo Rodi (©De Cesaris)
Trenta sigilli, perfettamente spartiti tra girone d’andata e quello di ritorno. Mai più di due gare consecutive senza trovare la via della rete. Una media di 1,15 gol a partita. Quella appena conclusa, può essere definita la stagione della consacrazione personale di Vincenzo Rodi. Professione attaccante, classe 2001, talento puro in casa Lodigiani (polo romano della Reset Academy), ed elemento di maggior spicco all’interno del gruppo biancorosso, guidato quest’anno da Fabio Scaringella: bomber Rodi ha provato a trascinare i suoi a suon di prestazioni. Non è bastato per centrare i playoff, ma almeno a livello individuale, è rimasta la soddisfazione di un’annata davvero prolifica. Vincenzo Rodi si è aggiudicato il titolo di capocannoniere del campionato Allievi Fascia B Elite, staccando di nove lunghezze un’altra macchina da gol come Fabio Veneziani, attaccante della Polisportiva Carso. A stagione conclusa, con il titolo regionale assegnato da pochi giorni, il bomber della Lodigiani si racconta ripercorrendo quello che è stato il suo percorso e della squadra, volgendo uno sguardo anche al prossimo futuro.
Vincenzo, è stata una stagione particolarmente soddisfacente per te: 30 gol in 26 partite sono veramente tanti…
“Sì, è stata una grande soddisfazione a livello personale, però anche un dispiacere per non esser riusciti a centrare i playoff con la squadra. Diciamo che sono sempre stato abituato a segnare, ma farlo tanto in un campionato come questo, contro squadre solide e organizzate, ha avvalorato ancor di più il mio lavoro e i miei sforzi”.
Qual è stato il più bello che hai realizzato?
“Il secondo dei tre messi a segno contro il Tor di Quinto nella gara di ritorno: in quell’occasione sono riuscito a saltare due difensori e a girare in porta di sinistro, non il mio piede preferito”.
La scorsa stagione nei Giovanissimi avevi chiuso a quota 18 reti in 30 gare: quali sono stati i cambiamenti che ti hanno portato a segnare con maggior continuità?
“Sicuramente una posizione diversa rispetto all’anno passato. In questa stagione il mister mi ha insegnato movimenti diversi, tagli, situazioni che mi hanno spinto a trovare più varchi per rendermi pericoloso. Inoltre la scorsa stagione partivo sì titolare, ma la maggior parte delle volte venivo sostituito nei primi minuti della ripresa. In quest’annata è stato diverso, ho avuto modo di finire quasi tutte le partite, quindi di avere più occasioni da sfruttare”.
Alle tue spalle, a diverse lunghezze di distanza, è arrivato Fabio Veneziani, avversario in campo ma grande amico al di fuori del rettangolo verde.
“Fabio è un grande giocatore oltre che un grande amico. Lo conosco da un paio d’anni, poi il Carso non so se per fortuna o sfortuna, è stato sempre inserito nel nostro girone, quindi abbiamo avuto modo di incrociarci più volte. Ci siamo incontrati anche durante il provino con il Frosinone, in cui abbiamo solidificato ancor di più il nostro rapporto. Ogni volta scherzava sul fatto che mi avrebbe ripreso in vetta alla classifica, poi ad un certo punto ha dovuto rassegnarsi (ride, ndr)”.
Qual è, invece, il rapporto con i tuoi compagni di squadra? C’è qualcuno con cui ti trovi meglio?
“Il rapporto con i miei compagni è molto buono ed è migliorato sempre di più con il passare del tempo. Ho legato anche con tutti quelli arrivati all’inizio della stagione, chi più chi meno, ma diciamo che ce ne sono alcuni in particolare con cui c’è un legame più stretto. Parisi, Deratti, Grisolia, poi anche Sansotta e Pavone che sono quelli che conosco da più tempo: il primo è alla Lodigiani con me da sette anni, il secondo era andato via e poi tornato, cosa che ha permesso un miglioramento della nostra amicizia”.
Ti ispiri a qualche giocatore in particolare?
“Quando fui spostato nella posizione di esterno sinistro, inizialmente trovai tante difficoltà, non sapevo bene quali fossero i movimenti giusti da fare. Essendo tifoso del Napoli, ho preso molta ispirazione da Dries Mertens, un giocatore che ricopre alla grande quel ruolo. Vedendolo giocare, iniziando a conoscere il suo stile, ho cercato di capire come adattarmi al meglio in quella posizione”.
Parliamo un po’ della stagione della Lodigiani: avete chiuso al quarto posto vedendo sfumare i playoff all’ultima giornata. Come giudichi il vostro percorso?
“La nostra stagione non era iniziata nel migliore dei modi, riuscivamo a vincere in casa ma facevamo tanta fatica in trasferta. Una scossa è arrivata dopo il successo casalingo con il Carso, poi nella seconda parte di campionato siamo riusciti a migliorare tanti aspetti, tra cui la cattiveria agonistica e il fatto di non mollare mai un centimetro. Peccato non esser riusciti a qualificarci per i playoff, all’ultimo poteva succedere veramente di tutto”.
Secondo te cosa vi è mancato, in particolare, per centrare le fasi finali?
“Sicuramente non penso sia stato l’ultimo passo falso con il Certosa a compromettere tutto, bensì tante opportunità di allungare in classifica, sfumate quando le nostre rivali inciampavano. Abbiamo perso ad Aprilia, abbiamo perso con il Racing Club, sono stati quelli alcuni dei punti più pesanti lasciati per strada”.
Il titolo regionale se l’è aggiudicato l’Urbetevere, compagine in lotta nel vostro girone: che ne pensi della loro cavalcata?
“È stata sempre una grande squadra, che abbiamo avuto modo di conoscere anche nei due anni precedenti. Nei Giovanissimi Fascia B la incontrammo nelle fasi finali, l’anno scorso invece non fecero bene e chiusero sesti. Sapevamo della loro forza, sono stati bravi a rinascere e tornare competitivi con un tecnico preparato come Onorati. Un gruppo tosto, aggressivo, difficile da affrontare, quello che hanno ottenuto se lo sono certamente meritato”.
Questa stagione ormai è giunta al termine: cosa vedi nel tuo futuro e quale obiettivo ti poni a livello personale?
“Sono diversi anni che sono alla Lodigiani, mi sento di esser cresciuto tanto grazie a questa società. Nel corso di questa stagione ho avuto modo di andare a fare provini con alcuni club professionisti. Non so se sia arrivata l’ora, ma con sincerità posso dire che mi sento pronto per un salto di qualità. Sarebbe un onore per me giocare in una di queste squadre".
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