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l'intervista

Vigor Perconti, Andrea Persia: "Torno in una grande famiglia"

Il tecnico parla del suo ritorno in blaugrana, stavolta alla guida degli Allievi Fascia B: "L'importante sarà programmare bene il lavoro"

29 Giugno 2017

Andrea Persia (©Piccirilli)

Andrea Persia (©Piccirilli)

Andrea Persia (©Piccirilli)

Andrea Persia è pronto a riprendere la sua avventura con la Vigor Perconti. Dopo aver vinto un tricolore con la Juniores blaugrana nella stagione 2015/2016, e uno scorcio di stagione non fortunato in Eccellenza alla guida del Pomezia, il tecnico torna al club di Colli Aniene, stavolta sulla panchina degli Allievi Fascia B Elite: “Torno in una grande famiglia, una società importante, organizzata e dove un allenatore ha l’opportunità d’insegnare calcio in un certo modo. La mia priorità è quella di lavorare in un ambiente sano, per questo quando nella tarda serata di ieri ho avuto il colloquio con il direttore Gonini, non ho potuto far altro che accettare”. Parole d’amore e di stima quelle di Andrea Persia, nei confronti di una società cui ha regalato e con la quale si è tolto la più grande soddisfazione della sua carriera di allenatore: vincere lo Scudetto. Per il tecnico si tratta anche di un ritorno nel settore giovanile, dopo la (breve) parentesi nei dilettanti: “L’importante per me è che mi venga data l’opportunità di programmare il lavoro da fare, che sia con una prima squadra o con i ragazzi più giovani – spiega Persia – Qualche anno fa con il Real Pomezia ottenemmo risultati importanti perché ci fu data la possibilità di lavorare bene fino alla fine. In poche parole ciò che non si è verificato questa stagione con il Pomezia. Da parte di una società deve esserci la volontà di stare vicino ad un allenatore, sia nei momenti positivi che in quelli negativi, bisogna sentire la fiducia di tutti”. Programmazione dal primo giorno quindi, così già da lunedì Andrea Persia potrà mettersi a lavoro con il suo nuovo gruppo, quello dei classe 2002: “Il primo aspetto su cui mi focalizzerò sarà la costruzione del singolo giocatore a 360°, non solo dal punto di vista tecnico-tattico, ma anche psicologico e caratteriale. Ragazzi così giovani vanno aiutati a crescere, è una fascia d’età pur sempre delicata – continua il tecnico – In base a questo, poi, andremo a lavorare anche per ottenere risultati. Sono abituato a giocare per fare bene, è normale però che nel corso di una stagione possano subentrare altre componenti, nulla è facile. Il mio motto, che porto dentro da 35 anni, è quello di lavorare tanto e con umiltà. Voglio dare tutto me stesso per riuscire a far bene”.

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