lo sfogo
Bernardini: "Si è toccato il fondo, così finisce il calcio"
Il tecnico del Campus Eur parla a margine della sfida con la Libertas: "Abbiamo presentato ricorso, la gara è stata condizionata. La federazione deve controllare, se no come educhiamo i ragazzi?"
Non è stato un inizio di stagione semplice per il calcio giovanile laziale. La rissa della scorsa settimana tra Trastevere e Lupa Roma, che ha costretto il direttore di gara a sospendere la gara valida per il campionato Juniores Nazionali (0-3 a tavolino per entrambe le squadre recita il Comunicato Ufficiale del Giudice Sportivo) è solo la punta dell'iceberg di una deriva ormai non arginabile sui nostri campi. Ne vediamo sempre di tutti i colori, dalle offese di genitori verso calciatori adolescenti, ad atteggiamenti di ragazzini inaccettabili dal punto di vista del rispetto e dell'educazione. In questo contesto ci siamo sempre schierati in prima fila, denunciando senza remore comportamenti tali da sconfinare nel mondo della violenza, fisica e verbale che sia. Lo abbiamo fatto chiedendo l'aiuto delle società, invitando gli allenatori a ritrovare il ruolo di educatori, avvertendo i giovani talenti di come un gesto istintivo e futile possa pregiudicare molto più di quanto pensino. Ed è in questo panorama che Marco Bernardini, tecnico degli Allievi Fascia B Elite del Campus Eur, ha deciso di rovolgersi a noi, scegliendo di tornare su alcuni episodi accaduti durante la sfida contro la Libertas Centocelle e che proprio non gli sono andati giù: “Credo che si sia toccato il fondo. È brutto anche da commentare, ma è doveroso farlo dato che abbiamo presentato ricorso. La gara è stata fortemente condizionata da chi sedeva in panchina – riferendosi al mister della Libertas – tra l’altro risultante come dirigente quindi presumo sprovvisto del titolo di allenatore. C’è stata un’intimidazione continua dall’inizio alla fine nei confronti del direttore di gara, che è andato talmente in confusione che alla fine della partita è andato via senza neanche lasciare il referto. Tutto questo è sfociato in un episodio molto brutto a 5' dalla fine – sul 2-1 in favore del Campus Eur – Su un fallo laterale per noi, un loro giocatore ha colpito uno dei nostri che stava andando a prendere la palla per rimetterla in gioco. Il ragazzo cade a terra e l’arbitro, che fino a lì aveva diretto benissimo, per tutta risposta lo ammonisce per simulazione. Il gioco era fermo ma non riprende incredibilmente da fallo laterale, con il loro tecnico che esorta a far battere un calcio di punizione per la presunta simulazione. Senza che l’arbitro fischiasse hanno battuto questo calcio piazzato per un fallo avvenuto a gioco fermo, tra l’altro trovando il pareggio”. Bernardini cerca di guardare oltre l'episodio specifico e commenta: “C’è bisogno di sensibilizzare il movimento, altrimenti non ne usciamo. Nei corsi di aggiornamento ci dicono di lavorare sul calciatore, di stare attenti a settori giovanili e formazioni, poi nel week end dobbiamo assistere a cose del genere. Così fanno passare la voglia alla gente che ci mette passione. Come lo spiego ai ragazzi che piangevano a fine gara? Alcune società pensano a qualunque mezzo possibile pur di fare risultato e la conseguenza è questa”. Per l'allenatore dei classe 2002 è necessario trovare una soluzione nell'immediato: “Togliamo le retrocessioni così da non pensare esclusivamente al risultato ma al come si ottiene. Ci riempiamo la bocca con i campionati d’Elite ma non mi sembra siano gestiti al meglio. O mandiamo le terne e facciamo veramente i professionisti, oppure si deve uscire da questa logica così pragmatica e competitiva. In questo modo è impossibile formare i giocatori, il calcio sta finendo. Facessero un campionato per loro le cosidette 'big' e le altre giocassero senza obiettivi di classifica – commenta Bernardini, che poi aggiunge – Trovo incredibile che in panchina siedano personaggi non in grado di insegnare l’educazione ai ragazzi, sprovvisti anche del titolo per farlo. L’atteggiamento è stato vergognoso. La federazione deve controllare di più questi campionati, non si può mandare un arbitro di 18 anni in pasto a queste persone. Sentire il loro mister a fine partita vantarsi perché si era guadagnato la punizione del 2-2 è svilente. Per me quello che è successo sabato è gravissimo: negli ultimi dieci minuti c’è stato un autentico auto-arbitraggio. Dobbiamo togliere l’alibi a queste persone che giocano solo per salvare la categoria e pensano solo alle iscrizioni”.