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Il Savio adesso vuole cambiare passo, ma a modo suo

L'ultimo weekend, oltre a mostrare dei blues in grande forma, ha rivelato delle differenze sostanziali tra la squadra di Menasci e le altre pretendenti al titolo

06 Febbraio 2018

Il Savio punta a scalare la classifica ©Lori

Il Savio punta a scalare la classifica ©Lori

Il Savio punta a scalare la classifica ©LoriLa corsa alla vetta si fa sempre più serrata. Accademia, Urbetevere e Savio non possono permettersi passi falsi, lasciando così presagire un finale di stagione rovente e vissuto a tutta velocità. Al Savio il compito più duro, visto lo svantaggio rispetto alle altre due pretendenti, ma la truppa di Menasci ora prova a cambiare passo e ovviamente vuole farlo a modo suo.



Peculiarità Rispetto ad Accademia Calcio Roma e Urbetevere, i blues si esprimono su binari decisamente differenti. Ripa e Contaldo sino ad ora hanno mostrato squadre organizzate, solide a tratti anche spigolose ma con il chiaro intento di badare al sodo. Menasci ha scelto un'altra strada, dando al suo Savio libertà di azione e pensiero. A via Norma spariscono così i ruoli fissi che lasciano spazio a scelte individuali e principi di gioco, questi sì, ben delineati. Anche nell'ultima gara contro il Grifone Monteverde è emersa l'elasticità dei blues in tutta la sua bellezza. L'idea di fondo è quella di sempre, sviluppare la manovra attraverso il gioco ma lasciando ai singoli interpreti la libertà di agire e di scegliere dove possono essere maggiormente incisivi. Un rischio ma allo stesso tempo un lusso che non tutti si possono permettere perchè, per far sì che il tutto funzioni a dovere, è necessario che in campo ci siano interpreti di qualità assoluta. L'esempio più evidente, ma solo per fare un nome visto che i concetti potrebbero essere applicati più o meno a tutti i giocatori che scendono in campo, è quello di Condrò. Il fantasista è stato spesso l'arma in più del Savio nonostante non occupi una posizione precisa all'interno del campo. Durante una partita è infatti facile vederlo abbassarsi a prendere il pallone, defilarsi per trovare spazio o giocare tra le linee in cerca dell'assist vincente. Una variabile fuori dagli schemi appunto ma che, proprio in questo, ha trovato la sua forza più grande.


Marco Menasci ©LoriLimiti Ovviamente al Vianello ci sono ancora aspetti su cui lavorare, altrimenti non si spiegherebbero quei punti di distacco dalle altre due. Il limite sin qui palesato dai blues è infatti il loro essere a volte “barocchi”, quasi come se la squadra avendo la consapevolezza di poter esser bella preferisse specchiarsi anziché puntare a colpire. Lo 0-0 col Sansa, il folle pareggio di Ostia, sono magari occasioni in cui quella mancanza di incisività nell'affondare il colpo che a volte ancora ha questa squadra ha preso il sopravvento. Quando il Savio imparerà anche ad essere cattivo, a chiudere le partite senza mai alzare il piede dall'acceleratore per 80 minuti, allora sì che le altre dovranno tremare. Per le finali di strada ne manca ancora parecchia ma certo è che tra Accademia Calcio Roma, Urbetevere e Savio di tempo per annoiarsi ce ne sarà davvero poco...

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