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Il Savio adesso vuole cambiare passo, ma a modo suo
L'ultimo weekend, oltre a mostrare dei blues in grande forma, ha rivelato delle differenze sostanziali tra la squadra di Menasci e le altre pretendenti al titolo
La corsa alla vetta si fa sempre più serrata. Accademia, Urbetevere e Savio non possono permettersi passi falsi, lasciando così presagire un finale di stagione rovente e vissuto a tutta velocità. Al Savio il compito più duro, visto lo svantaggio rispetto alle altre due pretendenti, ma la truppa di Menasci ora prova a cambiare passo e ovviamente vuole farlo a modo suo.
Peculiarità Rispetto ad Accademia Calcio Roma e Urbetevere, i blues si esprimono su binari decisamente differenti. Ripa e Contaldo sino ad ora hanno mostrato squadre organizzate, solide a tratti anche spigolose ma con il chiaro intento di badare al sodo. Menasci ha scelto un'altra strada, dando al suo Savio libertà di azione e pensiero. A via Norma spariscono così i ruoli fissi che lasciano spazio a scelte individuali e principi di gioco, questi sì, ben delineati. Anche nell'ultima gara contro il Grifone Monteverde è emersa l'elasticità dei blues in tutta la sua bellezza. L'idea di fondo è quella di sempre, sviluppare la manovra attraverso il gioco ma lasciando ai singoli interpreti la libertà di agire e di scegliere dove possono essere maggiormente incisivi. Un rischio ma allo stesso tempo un lusso che non tutti si possono permettere perchè, per far sì che il tutto funzioni a dovere, è necessario che in campo ci siano interpreti di qualità assoluta. L'esempio più evidente, ma solo per fare un nome visto che i concetti potrebbero essere applicati più o meno a tutti i giocatori che scendono in campo, è quello di Condrò. Il fantasista è stato spesso l'arma in più del Savio nonostante non occupi una posizione precisa all'interno del campo. Durante una partita è infatti facile vederlo abbassarsi a prendere il pallone, defilarsi per trovare spazio o giocare tra le linee in cerca dell'assist vincente. Una variabile fuori dagli schemi appunto ma che, proprio in questo, ha trovato la sua forza più grande.
Limiti Ovviamente al Vianello ci sono ancora aspetti su cui lavorare, altrimenti non si spiegherebbero quei punti di distacco dalle altre due. Il limite sin qui palesato dai blues è infatti il loro essere a volte “barocchi”, quasi come se la squadra avendo la consapevolezza di poter esser bella preferisse specchiarsi anziché puntare a colpire. Lo 0-0 col Sansa, il folle pareggio di Ostia, sono magari occasioni in cui quella mancanza di incisività nell'affondare il colpo che a volte ancora ha questa squadra ha preso il sopravvento. Quando il Savio imparerà anche ad essere cattivo, a chiudere le partite senza mai alzare il piede dall'acceleratore per 80 minuti, allora sì che le altre dovranno tremare. Per le finali di strada ne manca ancora parecchia ma certo è che tra Accademia Calcio Roma, Urbetevere e Savio di tempo per annoiarsi ce ne sarà davvero poco...