Cerca
L'INTERVISTA
02 Ottobre 2018
Diego Bartoli, Lodigiani ©DelGobbo
A tutto tondo l'allenatore della Lodigiani Diego Bartoli, che commenta l'avvio di campionato, elenca gli obiettivi societari - sia dal punto di vista dei risultati sul campo che, soprattutto, nell'aspetto della crescita dei suoi allievi - e spiega la sua visione del calcio giovanile, in cui non si deve parlare di punti deboli o di forza, bensì di potenzialità: la chiave per arrivare al successo. Nelle 3 partite disputate sinora, i biancorossi hanno conquistato 6 punti, vincendo nelle due trasferte contro Lupa Roma e Tor di Quinto e perdendo nell'unico match interno contro la capolista Città di Ciampino: non male come partenza, anche se sarebbe potuta andare leggermente meglio. "Come Lodigiani, e avendo un nome importante sulla maglia, è la storia a parlare per noi" - ha esordito Diego Bartoli -. "In queste categorie abbiamo obiettivi importanti, tra cui quello di preparare i ragazzi al calcio che conta, favorendo il loro ingresso tra i professionisti. Facendo parte di un club dalla grande tradizione dobbiamo collegare questa missione con i risultati. Il nostro percorso è mirato al miglioramento dell'individuo, da cui deriva poi la crescita del gruppo. Partiamo con i migliori auspici, il nostro obiettivo minimo è quello di entrare nelle finali. All'inizio del campionato c'è bisogno di un periodo di amalgama, di studio all'interno della squadra. Sono arrivato quest'anno alla guida dell'Under 16 della Lodigiani; squadra che ha perso tanti elementi interessanti, reintegrandoli con altrettanti nuovi. Adesso stiamo cercando di trovare il miglior assetto. Abbiamo vinto con Lupa Roma e Tor di Quinto, mentre contro il Ciampino resta l'amaro in bocca perchè il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto". Ma quali sono i punti di forza della Lodigiani? "A livello giovanile parlare di punti di forza o deboli non mi sembra opportuno" - risponde -. Il nostro target è quello di migliorare il materiale, quindi c'è sempre qualcosa da integrare. E' più giusto parlare di potenzialità, ovvero migliorare rispetto al punto di partenza e trasformare i nostri limiti in certezze, garanzie. Farei un torto ai miei giocatori se parlassi di punti deboli o di forza perchè tutte le squadre ne hanno, inevitabilmente. Si sottovalutano le risorse che hanno i ragazzi all'inizio della stagione, e per fare in modo che imparino qualcosa di nuovo c'è bisogno di tempo e pazienza, che soprattutto nel calcio giovanile dovrebbero essere un mantra. Se si concrentrassimo sulle potenzialità il calciatore sarebbe anche più motivato a migliorare, e quello sarebbe il coronamento del nostro lavoro".
EDICOLA DIGITALE
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni
Dalle altre sezioni