L'intervista
Agora, Ardone: "Nonostante tutto ho grandi ricordi"
Il tecnico della compagine neopromossa ripercorre con la mente una stagione difficile, ma che ha visto crescere tantissimo i suoi ragazzi
Marco Ardone, tecnico dei classe 2004 dell'Agora, si unisce al coro e lancia il suo messaggio: “Questo è un momento difficile che sta vivendo il mondo intero, dove la priorità assoluta è la salute di tutti noi. ‘Restiamo a casa’ è l’appello a cui mi unisco". A differenza di molti altri, mister Ardon non ha fornito specifici programmi di allenamento ai suoi ragazzi in questo periodo: "No, ho preferito lasciarli gestire l'aspetto motorio in auatonomia: ognuno ha le proprie specifiche fisiche ed organizzative relative agli spazi disponibili a casa. In ogni caso mi sono reso reperibile h24 per eventuali consigli e necessità. Ho cercato poi di focalizzare l'attenzione dei ragazzi sulle 'opportunita' che offre questo momento difficile, come ad esempio il vivere maggiormente gli affetti familiari e il poter leggere maggiormente e studiare. La cultura in generale ha un valore inestimabile nel tempo e quindi perché non approfittarne ora?" Sulla stagione, difficile ma formativa, per i suoi ragazzi: "Il nostro è stato un campionato particolare perché all'assenza di risultati sul campo si e' contrapposta una costante crescita dei singoli che sinceramente a tratti è andata ben oltre le mie apsettative. E quando parlo di crescita non mi riferisco solo all'aspetto tecnico-tattico, ma alla professionalità, alla capacità di resilenza, alla maturità che molti hanno sviluppato proprio in questi mesi. Poi, purtroppo, ci sono stati anche dei problemi, certo. Noi abbiamo potuto contare su 14-15 elementi di cui i due portieri e in alcune settimane, con l'arrivo dell'influenza dei primi mesi freddi, ci siamo spesso allenati in 10-11 al massimo. Il culmine delle difficoltà l'abbiamo vissuto nella settimana della gara contro la Tor Tre Teste dove a qualche influenza si e' aggiunta una squalifica per diffida; siamo arrivati al sabato in 11 contati compresi i due portieri - Infatti Matteo Ceci ha giocato come attaccante - e recuperando due ragazzi che venivano da una settimana di febbre; ci siamo riuniti in cerchio prima di salire sul bus, li ho guardati tutti in faccia: ricordo bene di aver letto la loro delusione ma allo stesso tempo, ancora una volta, la voglia di non mollare. Ho detto loro due parole e abbiamo deciso all'unisono di salire sul bus e andare a disputare una trasferta ostica nelle peggior condizioni possibili. Sappiamo come è andata, abbiamo subito una goleada, ma come ho detto ai ragazzi a fine partita: 'abbiamo perso la gara ma non la faccia', lottando con le nostre forze fino al triplice fischio, onorando la maglia e una società che ha condiviso in primis questo progetto di crescita slegato dai risultati. Per me la vera sconfitta sarebbe stata non presentarsi arrendendosi così alle difficoltà. Per tutti loro questa sarà una stagione dove si è imparato sicuramente che l’importante non è essere buttati al tappeto, bensì la capcità di rialzarsi. Per questo sono certo che anche ora stanno approcciando a questa emergenza con la cosapevolezza che ci si puo’ rialzare piu’ forti di prima. Questo stop dispiace davvero, perché non abbiamo potuto completare il percorso; ma ringrazierò sempre questi ragazzi: perché nelle nostre condizioni di classifica era più facile abbandonare che continuare e loro hanno dimostrato una attaccamento al gruppo come pochi. Auguro davvero a tutti loro il meglio, nella speranza di poterli riabbracciare quanto prima".